Saluto del P. Priore

9 ottobre 2011

 

 

 

Santo e Amatissimo Padre,

Laudetur Iesus Christus!

Lode, gloria e onore a Colui che, nella sua bontà immensa, ci concede questo evento di grazia.

L’antifona che introdurrà stasera il Cantico della Vergine Maria metterà sulle nostre labbra queste parole: “Deus visitavit plebem suam”. Davvero, oggi Dio visita la nostra comunità. Immensa è la nostra gratitudine alla Santissima Trinità, come smisurata la nostra riconoscenza a Vostra Santità, per questo dono che ci commuove nel profondo dell’anima e ci colma di tanta gioia.

È innanzitutto San Bruno che Voi incontrate in questo santo luogo, l’uomo di Dio che, venuto anche lui dalla Germania, dopo essere passato da Reims, dal deserto di Chartreuse e da Roma, si è fermato qui lasciandoci in eredità un compito grande: dedicare, sulle sue orme, tutta la nostra vita a contemplare Dio e ad amarLo con tutto il nostro cuore.

La comunità che Vi accoglie, Padre santo, nella sua povertà e piccolezza, cerca di mantenere accesa la lampada della preghiera nel silenzio e nel nascondimento. Molti di noi, come san Bruno, vengono da altri paesi; siamo anche diversi per l’età, ci sono monaci del chiostro, sacerdoti, e monaci fratelli conversi, ma tutti condividiamo la stessa vocazione: consacrati totalmente al servizio di Dio al riparo della clausura, sforzandoci di fare della nostra vita una preghiera incessante.

Certo, ci riconosciamo indegni figli di San Bruno, “Cartusiæ pauperes” come scriveva Guigo I al Vostro predecessore Innocenzo II. Siamo inoltre consapevoli di occupare un posto molto scarso e marginale nella Chiesa; addirittura non sempre la nostra vita viene ben capita. Ma non cerchiamo di convincere nessuno, perché l’amore non si giustifica. Siamo qui per un disegno particolare d’amore da parte di Dio: Egli, senza alcun merito nostro, ci ha chiamati e ci siamo lasciati sedurre da Lui. “Captus ab Uno” si diceva di Bruno. E come il suo, il nostro cuore si è infiammato, sicché non potevamo contenere questo fuoco interiore.

Ovvi sono i nostri limiti, ovvia la nostra debolezza, ma appoggiandoci sulla Parola divina, nutrendoci dell’Eucaristia quotidiana e ubbidendo allo Spirito Santo, ci viene data la grazia non solo di servire Dio, ma di aderire a lui. E in Dio siamo vicini a tutti gli uomini della terra, specialmente a quelli che cercano, che lottano o che soffrono. L’amore diffuso nel nostro cuore abbraccia il mondo intero, e la nostra solitudine si apre a una comunione universale.

In modo particolare, viviamo un profondo legame con il Popolo di Dio e i suoi pastori. Nella nostra preghiera, diurna e notturna, portiamo davanti al Signore tutte le intenzioni della Chiesa, facendo nostre le sue aspirazioni e le sue difficoltà. Assicurando innanzitutto Vostra Santità del nostro sostegno orante, desidero cogliere l’occasione per rivolgerVi la nostra devota sottomissione e il nostro affetto filiale. A ringraziarVi fin da ora per la Vostra parola e la Vostra benedizione, si uniscono a me i monaci di questa comunità e tutti i membri del nostro ordine, specialmente il nostro Ministro Generale rappresentato da due Priori e le nostre monache che hanno delegato un monaco per offrirVi il loro omaggio caloroso.

Laudetur Iesus Christus!