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Letture della preghiera notturna dei certosini

 

25 marzo

 

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE  

 

 

1

 

Dalle Omelie attribuite a Gregorio il Taumaturgo.

Homilia II in Annunciatione, PG 10,1156‑1169.

 

Bisogna che noi offriamo a Dio come sacrificio di lode ogni celebrazione festiva; la prima di tutte le solennità deve essere quella dell'Annunciazione della santissima Madre di Dio, quando l'angelo la chiamò piena di grazia.

Questa salutazione angelica è nel Nuovo Testamento l'inizio di ogni sapienza e dottrina di salvezza. A noi, infatti, si rivolge questo saluto del Padre dei lumi: Ti saluto, o piena di grazia. (Lc 1,28 2)

Con queste parole Iddio abbraccia l'intera natura umana. Ti saluto, o piena di grazia, nel santo concepimento, nella tua maternità di gloria, perché ti annunzio una buona novella, una grande gioia per tutto il popolo.

Osservate dunque, carissimi, come il Signore, dappertutto invisibile, ci ha fatto dono di una gioia perenne, che eccede ogni pensiero umano.

 

2

 

Mentre era sulla terra, Maria conduceva una vita purissima, inghirlandata di ogni genere di virtù, ben al di là dei consueti atteggiamenti umani.

Il Verbo dell'eterno Padre volle allora assumere da lei la carne e farsi totalmente uomo. Attraverso la carne il peccato era entrato nel mondo e con il peccato era venuta la morte. Ma l'incarnazione condanna il peccato, quasi seppellendolo nel santo corpo di Maria. Così fu vinto il tentatore del peccato.

Con l'incarnazione, Dio volle che la stessa vita eterna trovasse nel mondo la sua dimora e con l'apparire dell'inizio della risurrezione un'intimità nascesse tra Dio e gli uomini.

Chi sarà in grado di narrare l'imperscrutabile mistero? Che cosa dire e che cosa lasciare in silenzio?

 

3

 

Gabriele fu inviato alla castissima Vergine: lui, incorporeo, si presenta a lei che nel corpo vive una vita incorrotta e osserva la castità con le altre virtù. Giunto da Maria, per prima cosa le annunzia la buona novella: Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Veramente sei colma di grazia, poiché hai indossato una veste senza macchia e ti sei cinta di purezza e temperanza. La tua vita ti rende degna della vera gioia.

Ti saluto, o piena di grazia: tu che sei vaso e scrigno della letizia celeste. Ti saluto, o piena di grazia: per mezzo tuo la gioia viene concessa a ogni creatura e il genere umano recupera l'antica dignità. Ti saluto, o piena di grazia: sulle tue braccia sarà portato il Creatore di tutte le cose.

Maria a queste parole rimane turbata: non è avvezza a discorrere con gli uomini, anzi ama la quiete solitaria, madre della continenza e della castità. E poiché ella è immagine immacolata di purezza e di integrità, non ha paura dell'apparizione dell'angelo, così come successe di solito ai profeti: l'autentica verginità ha, infatti, varie somiglianze con lo stato angelico.

 

4

 

L'arcangelo annunzia a Maria una gioia certa e indubitabile: Non temere, Maria perché hai trovato grazia presso Dio. (Lc 1,30)  Queste poche parole ti dimostreranno che non devi nutrire nessun timore, anzi ti indicheranno la ragione di aver fiducia. Attraverso la mia voce tutte le potenze celesti salutano in te la Vergine santa; anzi lo stesso Dominatore delle potenze ipercosmiche fra tutte le creature ha scelto te, perché sei santa e ornata di grazia.

Attraverso il tuo seno puro, casto e incorruttibile, uscirà la fulgidissima perla, destinata a salvare il mondo intero. Tu sei divenuta più gloriosa, più pura, più santa di ogni creatura umana. Hai una mente più candida della neve e un corpo più puro dell'oro raffinato nel crogiolo.

Ezechiele ti scorse nella sua visione, quando descrisse così: Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve qualcosa come pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù mi apparve come di fuoco. (Ez 1,26‑27).

Nella sua chiaroveggenza, il profeta vide sotto quel simbolo il figlio nato dalla Vergine. Maria non avrebbe potuto portare un tale figlio se fin da quel tempo non fosse apparsa fulgente di ogni gloria e virtù.

 

5

 

Con quali elogi descriveremo la dignità verginale? Con quali lodi e con quali inni celebreremo il suo volto immacolato? Con quali espressioni e con quali canti spirituali potremo onorare colei che è più magnifica degli angeli?

Maria fu piantata nella casa del Signore come un olivo fruttifero; lo Spirito Santo la coprì della sua ombra e per mezzo di lei ci chiamò figli ed eredi del regno di Cristo.

La Vergine è il paradiso sempre verde della nostra eternità, nel quale l'albero della vita, che lì vi cresce, dà a tutti frutti di immortalità.

Maria è vanto delle vergini, giubilo delle madri, sostegno dei credenti, icona perfetta del fedele. E' indumento di luce e dimora della virtù; è la fonte perenne da cui l'acqua viva ha fatto scaturire l'incarnazione del Signore. Maria è baluardo di giustizia e chiunque sarà innamorato della sua nobiltà e purezza verginale, godrà della grazia degli angeli.

 

6

 

Coloro che in modo degno celebreranno l'Annunciazione della vergine Madre di Dio otterranno una più ricca ricompensa dalle parole dell'angelo: Ti saluto, o piena di grazia. Celebriamo perciò solennemente questa festività che ha riempito il mondo intero di gioia e di letizia. Celebriamola con salmi, inni e cantici spirituali.

L'annunciazione della vergine Maria piena di grazia è divenuta per noi il principio di ogni bene, il mirabile piano di salvezza del Salvatore, il suo divino ed eccelso insegnamento. Da Maria si diramano con splendore i raggi della luce spirituale. Da qui scaturiscono per noi le fonti della sapienza e dell'immortalità, le quali effondono limpidi e puri ruscelli di amore. Da qui risplenderanno per noi i tesori della divina conoscenza, perché questa è la vita eterna: conoscere il vero Dio e colui che ha mandato, Gesù Cristo. (Cf Gv 17,3)

 

7

 

Dio nella sua grande bontà, quando vide la sua o pera assoggettata alla morte, non distolse completamente lo sguardo dall'uomo che aveva foggiato a sua immagine; non lo abbandonò e ad ogni generazione venne a visitarlo in terra.

Manifestandosi dapprima nei patriarchi, proclamandosi nella legge e rivelandosi nei profeti, annunziò il suo piano di salvezza. Ma quando giunse la pienezza dei tempi in cui doveva venire in tutta la sua gloria, mandò l'arcangelo Gabriele dalla vergine Maria per darle il lieto annunzio.

L'angelo scese dalle ineffabili potenze celesti e si rivolse alla santissima Vergine dicendo:Ti saluto, o piena di grazia. Non appena ella ebbe ascoltato quel saluto, ecco che lo Spirito Santo entrò nel virgineo tempio immacolato, santificandone il corpo e lo spirito. Le leggi della natura e del matrimonio stettero in disparte a guardare con stupore il Signore della natura operare in quel corpo un prodigio al di là della natura, o meglio, sopra la natura.

Con tutt'altre armi da quelle che il diavolo usò per farci la guerra, Cristo ci ha salvati: egli ha assunto il nostro corpo soggetto al patire, per dare una grazia maggiore alla nostra indigenza. (Rm 5,20) Laddove ha abbondato il peccato. ha sovrabbondato la grazia.

 

8

 

La tua lode, o santissima Vergine, senz'altro supera ogni lode, perché in te Dio ha preso carne ed è nato uomo. Te venera ogni creatura nei cieli, sulla terra e negli inferi e a te offre il culto che ti si addice. Tu sei davvero il trono degno dei cherubini e dalla sommità del regno spirituale tu brilli nel fulgore della tua luce.

In te è glorificato il Padre che non ha inizio, lui che ha disteso su di te la sua ombra. In te è adorato il Figlio, che tu hai generato secondo la carne. In te è celebrato lo Spirito Santo, che nel tuo seno portò a compimento la nascita del gran Re. Per mezzo di te, o piena di grazia, la santa e consostanziale Trinità è conosciuta nel mondo intero.

Degnati di rendere partecipi anche noi della tua perfetta grazia, in Cristo Gesù nostro Signore, insieme col quale sia gloria al Padre e allo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

9

 

Dal vangelo  secondo Luca.

1,26-38

 

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.

 

 

Dalle Omelie di sant'Ambrogio su questo vangelo.

 

Expositio Evangelii sec.Luc.,lib.II,10-11.13-16. PL 15,1556.1557 1559.

 

Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco. concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo. (Lc 1,15) ‑Anche di Giovanni l'angelo aveva detto: Sarà grande davanti al Signore! Ma il Battista sarebbe stato grande come uomo, mentre il Figlio di Maria lo sarà al modo di Dio, secondo quel che dice il salmo: Grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare. (Sal 144,3)

Il Signore stesso dette testimonianza della grandezza di Giovanni, dicendo di lui: Tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni. Tuttavia, Gesù aggiunge: Il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. (Lc 7,28)

Giovanni è grande, ma alla presenza del Signore. Poiché non bevve né vino né bevanda inebriante, può ben raccogliere il merito dall'astinenza, non avendo nessun potere per natura. Cristo, al contrario, mangiò e bevve con i pubblicani e i peccatori, giacché per natura aveva il potere di rimettere i peccati. Perché dunque egli avrebbe evitato di frequentare coloro che poteva rendere migliori degli asceti?

Giovanni è grande, ma la sua grandezza ha un principio e una fine; invece il Signore Gesù è insieme principio e fine, primo e ultimo. Non esiste nulla prima di questo primo, nulla oltre quest'ultimo.

 

10

 

Il Signore Gesù è davvero grande, come l'angelo annunziò a Maria. La potenza di Dio, infatti, si estende all'infinito, la grandezza della sua natura non ha confini. La Trinità non ha limiti né frontiere, non conosce misure o dimensioni di sorta. Non la racchiude nessuno spazio, nessun pensiero la circoscrive, non c'è calcolo che possa valutarla o un'epoca che possa mutarla.

Il Signore Gesù dette sì, una certa grandezza a qualche uomo il cui messaggio apparve su tutta la terra e la cui parola giunse ai confini del mondo. Ma la loro voce non è arrivata ai confini dell'universo né al di là dei cieli; invece del Figlio di Dio sta scritto: Per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. (Col 1,16.17)

Contempla il cielo e vi troverai Gesù; guarda la terra, Gesù vi è presente. Se sali in cielo o scendi negli inferi grazie alla parola, vi troverai Gesù. Infatti Gesù è presente sia in cielo che sotto terra. Adesso, in questo stesso istante in cui sto parlando, Gesù è qui con me.

 

11

 

Non era facile conoscere il mistero nascosto da secoli in Dio, mistero che nemmeno le potenze celesti riuscirono a sapere. E tuttavia Maria non negò la sua fede, non si sottrasse al compito, ma dette l'assenso della sua volontà e promise i suoi servigi. Difatti quando domanda come ciò potrà avvenire, non mette in dubbio la parola dell'angelo, ma si informa in quale maniera essa si realizzerà.

Quant'è più misurata questa risposta che non le parole di Zaccaria! Mentre Maria domanda in che modo sarà possibile l'annunzio ricevuto, Zaccaria risponde: Come posso conoscere questo? Maria tratta già dell'affare,  Zaccaria dubita ancora dell'annunzio. Dichiarando di non sapere, egli dimostra di non credere e sembra volere ancora un altro garante per la sua fede. Maria, al contrario, si dichiara pronta e non dubita che debba avverarsi ciò che pur domanda in che modo si compirà. Leggiamo infatti: Come è possibile? Non conosco uomo.

 

12

 

Per credere a un parto così incredibile e inaudito occorreva che Maria lo udisse chiaramente proclamare. Una vergine che dà alla luce un figlio è il suggello di un mistero divino, non umano. Maria aveva letto nel profeta Isaia: Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio. (Is 7,14) Maria credeva gia al compimento della profezia, ma non conosceva in che modo si sarebbe avverata, perché ciò non era stato rivelato nemmeno a un profeta importante come Isaia. Infatti l'annuncio di un tale mistero poteva proferirlo soltanto la bocca di un angelo.

Oggi si ascoltano per la prima volta le parole: Lo Spirito Santo scenderà su di te. Appena Maria ascolta questa parola così nuova, vi crede. Perciò risponde: Eccomi, sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto. Notate l’umiltà e la dedizione di Maria: mentre viene scelta per madre, si dichiara serva del Signore e non si lascia esaltare dall'improvvisa promessa. Non rivendica nessun privilegio, che pur le viene da un dono così grande, ma semplicemente dice che compirà quanto le viene comandato.

Era necessario che Maria desse prova di umiltà, poiché doveva mettere al mondo colui che è mite e umile per eccellenza. Notiamo ancora la sua obbedienza e il suo desiderio. Dicendo: Eccomi, sono la serva del Signore, ella si mostra pronta a servire; e dicendo: Avvenga di me quello che hai detto, esprime a che cosa ella anela.

 

 

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