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ANNUNCIAZIONE
DEL SIGNORE
1 Dalle
Omelie attribuite a Gregorio il Taumaturgo. Homilia
II in Annunciatione, PG 10,1156‑1169. Bisogna
che noi offriamo a Dio come sacrificio di lode ogni celebrazione festiva;
la prima di tutte le solennità deve essere quella dell'Annunciazione
della santissima Madre di Dio, quando l'angelo la chiamò piena di grazia. Questa
salutazione angelica è nel Nuovo Testamento l'inizio di ogni sapienza e
dottrina di salvezza. A noi, infatti, si rivolge questo saluto del Padre
dei lumi: Ti saluto, o piena di grazia. (Lc 1,28 2) Con
queste parole Iddio abbraccia l'intera natura umana. Ti saluto, o piena di
grazia, nel santo concepimento, nella tua maternità di gloria, perché ti
annunzio una buona novella, una grande gioia per tutto il popolo. Osservate
dunque, carissimi, come il Signore, dappertutto invisibile, ci ha fatto
dono di una gioia perenne, che eccede ogni pensiero umano. 2 Mentre
era sulla terra, Maria conduceva una vita purissima, inghirlandata di ogni
genere di virtù, ben al di là dei consueti atteggiamenti umani. Il
Verbo dell'eterno Padre volle allora assumere da lei la carne e farsi
totalmente uomo. Attraverso la carne il peccato era entrato nel mondo e
con il peccato era venuta la morte. Ma l'incarnazione condanna il peccato,
quasi seppellendolo nel santo corpo di Maria. Così fu vinto il tentatore
del peccato. Con
l'incarnazione, Dio volle che la stessa vita eterna trovasse nel mondo la
sua dimora e con l'apparire dell'inizio della risurrezione un'intimità
nascesse tra Dio e gli uomini. Chi
sarà in grado di narrare l'imperscrutabile mistero? Che cosa dire e che
cosa lasciare in silenzio? 3 Gabriele
fu inviato alla castissima Vergine: lui, incorporeo, si presenta a lei che
nel corpo vive una vita incorrotta e osserva la castità con le altre virtù.
Giunto da Maria, per prima cosa le annunzia la buona novella: Ti
saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Veramente sei colma
di grazia, poiché hai indossato una veste senza macchia e ti sei cinta di
purezza e temperanza. La tua vita ti rende degna della vera gioia. Ti
saluto, o piena di grazia: tu che sei vaso e scrigno della letizia
celeste. Ti saluto, o piena di grazia: per mezzo tuo la gioia viene
concessa a ogni creatura e il genere umano recupera l'antica dignità. Ti
saluto, o piena di grazia: sulle tue braccia sarà portato il Creatore di
tutte le cose. Maria
a queste parole rimane turbata: non è avvezza a discorrere con gli
uomini, anzi ama la quiete solitaria, madre della continenza e della
castità. E poiché ella è immagine immacolata di purezza e di integrità,
non ha paura dell'apparizione dell'angelo, così come successe di solito
ai profeti: l'autentica verginità ha, infatti, varie somiglianze con lo
stato angelico. 4 L'arcangelo
annunzia a Maria una gioia certa e indubitabile: Non temere, Maria
perché hai trovato grazia presso Dio. (Lc 1,30) Queste
poche parole ti dimostreranno che non devi nutrire nessun timore, anzi ti
indicheranno la ragione di aver fiducia. Attraverso la mia voce tutte le
potenze celesti salutano in te la Vergine santa; anzi lo stesso Dominatore
delle potenze ipercosmiche fra tutte le creature ha scelto te, perché sei
santa e ornata di grazia. Attraverso
il tuo seno puro, casto e incorruttibile, uscirà la fulgidissima perla,
destinata a salvare il mondo intero. Tu sei divenuta più gloriosa, più
pura, più santa di ogni creatura umana. Hai una mente più candida della
neve e un corpo più puro dell'oro raffinato nel crogiolo. Ezechiele
ti scorse nella sua visione, quando descrisse così: Sopra il firmamento
che era sulle loro teste apparve
qualcosa come pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di
trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava
essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò
che sembrava dai fianchi in giù mi apparve come di fuoco. (Ez
1,26‑27). Nella
sua chiaroveggenza, il profeta vide sotto quel simbolo il figlio nato
dalla Vergine. Maria non avrebbe potuto portare un tale figlio se fin da
quel tempo non fosse apparsa fulgente di ogni gloria e virtù. 5 Con
quali elogi descriveremo la dignità verginale? Con quali lodi e con quali
inni celebreremo il suo volto immacolato? Con quali espressioni e con
quali canti spirituali potremo onorare colei che è più magnifica degli
angeli? Maria
fu piantata nella casa del Signore come un olivo fruttifero; lo Spirito
Santo la coprì della sua ombra e per mezzo di lei ci chiamò figli ed
eredi del regno di Cristo. La
Vergine è il paradiso sempre verde della nostra eternità, nel quale
l'albero della vita, che lì vi cresce, dà a tutti frutti di immortalità. Maria
è vanto delle vergini, giubilo delle madri, sostegno dei credenti, icona
perfetta del fedele. E' indumento di luce e dimora della virtù; è la
fonte perenne da cui l'acqua viva ha fatto scaturire l'incarnazione del
Signore. Maria è baluardo di giustizia e chiunque sarà innamorato della
sua nobiltà e purezza verginale, godrà della grazia degli angeli. 6 Coloro
che in modo degno celebreranno l'Annunciazione della vergine Madre di Dio
otterranno una più ricca ricompensa dalle parole dell'angelo: Ti
saluto, o piena di grazia. Celebriamo perciò solennemente questa
festività che ha riempito il mondo intero di gioia e di letizia.
Celebriamola con salmi, inni e cantici spirituali. L'annunciazione
della vergine Maria piena di grazia è divenuta per noi il principio di
ogni bene, il mirabile piano di salvezza del Salvatore, il suo divino ed
eccelso insegnamento. Da Maria si diramano con splendore i raggi della
luce spirituale. Da qui scaturiscono per noi le fonti della sapienza e
dell'immortalità, le quali effondono limpidi e puri ruscelli di amore. Da
qui risplenderanno per noi i tesori della divina conoscenza, perché questa
è la vita eterna: conoscere il vero Dio e colui che ha mandato, Gesù
Cristo. (Cf
Gv 17,3) 7 Dio
nella sua grande bontà, quando vide la sua o pera assoggettata alla
morte, non distolse completamente lo sguardo dall'uomo che aveva foggiato
a sua immagine; non lo abbandonò e ad ogni generazione venne a visitarlo
in terra. Manifestandosi
dapprima nei patriarchi, proclamandosi nella legge e rivelandosi nei
profeti, annunziò il suo piano di salvezza. Ma quando giunse la pienezza
dei tempi in cui doveva venire in tutta la sua gloria, mandò l'arcangelo
Gabriele dalla vergine Maria per darle il lieto annunzio. L'angelo
scese dalle ineffabili potenze celesti e si rivolse alla santissima
Vergine dicendo:Ti saluto, o piena di grazia. Non appena ella ebbe
ascoltato quel saluto, ecco che lo Spirito Santo entrò nel virgineo
tempio immacolato, santificandone il corpo e lo spirito. Le leggi della
natura e del matrimonio stettero in disparte a guardare con stupore il
Signore della natura operare in quel corpo un prodigio al di là della
natura, o meglio, sopra la natura. Con
tutt'altre armi da quelle che il diavolo usò per farci la guerra, Cristo
ci ha salvati: egli ha assunto il nostro corpo soggetto al patire, per
dare una grazia maggiore alla nostra indigenza. (Rm 5,20) Laddove ha
abbondato il peccato. ha sovrabbondato la grazia. 8 La
tua lode, o santissima Vergine, senz'altro supera ogni lode, perché in te
Dio ha preso carne ed è nato uomo. Te venera ogni creatura nei cieli,
sulla terra e negli inferi e a te offre il culto che ti si addice. Tu sei
davvero il trono degno dei cherubini e dalla sommità del regno spirituale
tu brilli nel fulgore della tua luce. In
te è glorificato il Padre che non ha inizio, lui che ha disteso su di te
la sua ombra. In te è adorato il Figlio, che tu hai generato secondo la
carne. In te è celebrato lo Spirito Santo, che nel tuo seno portò a
compimento la nascita del gran Re. Per mezzo di te, o piena di grazia, la
santa e consostanziale Trinità è conosciuta nel mondo intero. Degnati
di rendere partecipi anche noi della tua perfetta grazia, in Cristo Gesù
nostro Signore, insieme col quale sia gloria al Padre e allo Spirito
Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. 9 Dal
vangelo secondo Luca. 1,26-38
L'angelo
Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato
Giuseppe. Dalle
Omelie di sant'Ambrogio su questo vangelo. Expositio
Evangelii sec.Luc.,lib.II,10-11.13-16. PL 15,1556.1557 1559. Non temere, Maria, perché hai
trovato grazia presso Dio. Ecco. concepirai un figlio, lo darai alla luce
e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo. (Lc
1,15) ‑Anche di
Giovanni l'angelo aveva detto: Sarà grande davanti al Signore! Ma il Battista sarebbe stato grande
come uomo, mentre il Figlio di Maria lo sarà al modo di Dio, secondo quel
che dice il salmo: Grande è il
Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare. (Sal
144,3) Il
Signore stesso dette testimonianza della grandezza di Giovanni, dicendo di
lui: Tra i nati di donna non c'è
nessuno più grande di Giovanni. Tuttavia,
Gesù aggiunge: Il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. (Lc 7,28) Giovanni
è grande, ma alla presenza del Signore. Poiché non bevve né vino né
bevanda inebriante, può ben raccogliere il merito dall'astinenza, non
avendo nessun potere per natura.
Cristo, al contrario, mangiò e bevve con i pubblicani e i peccatori,
giacché per natura aveva il potere di rimettere i peccati. Perché dunque
egli avrebbe evitato di frequentare coloro che poteva rendere migliori
degli asceti? Giovanni
è grande, ma la sua grandezza ha un principio e una fine; invece il
Signore Gesù è insieme principio e fine, primo e ultimo. Non esiste
nulla prima di questo primo, nulla oltre quest'ultimo. 10 Il
Signore Gesù è davvero grande, come l'angelo annunziò a Maria. La
potenza di Dio, infatti, si estende all'infinito, la grandezza della sua
natura non ha confini. La Trinità non ha limiti né frontiere, non
conosce misure o dimensioni di sorta. Non la racchiude nessuno spazio,
nessun pensiero la circoscrive, non c'è calcolo che possa valutarla o
un'epoca che possa mutarla. Il
Signore Gesù dette sì, una certa grandezza a qualche uomo il cui
messaggio apparve su tutta la terra e la cui parola giunse ai confini del
mondo. Ma la loro voce non è arrivata ai confini dell'universo né al di
là dei cieli; invece del Figlio di Dio sta scritto: Per
mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle
sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Egli è prima
di tutte le cose e tutte sussistono in lui. (Col
1,16.17) Contempla
il cielo e vi troverai Gesù; guarda la terra, Gesù vi è presente. Se
sali in cielo o scendi negli inferi grazie alla parola, vi troverai Gesù.
Infatti Gesù è presente sia in cielo che sotto terra. Adesso, in questo
stesso istante in cui sto parlando, Gesù è qui con me. 11 Non
era facile conoscere il mistero nascosto da secoli in Dio, mistero che
nemmeno le potenze celesti riuscirono a sapere. E tuttavia Maria non negò
la sua fede, non si sottrasse al compito, ma dette l'assenso della sua
volontà e promise i suoi servigi. Difatti quando domanda come ciò potrà
avvenire, non mette in dubbio la parola dell'angelo, ma si informa in
quale maniera essa si realizzerà. Quant'è
più misurata questa risposta che non le parole di Zaccaria! Mentre Maria
domanda in che modo sarà possibile l'annunzio ricevuto, Zaccaria
risponde: Come posso conoscere questo? Maria tratta già dell'affare,
Zaccaria dubita ancora dell'annunzio. Dichiarando di non sapere,
egli dimostra di non credere e sembra volere ancora un altro garante per
la sua fede. Maria, al contrario, si dichiara pronta e non dubita che
debba avverarsi ciò che pur domanda in che modo si compirà. Leggiamo
infatti: Come è possibile? Non
conosco uomo. 12 Per
credere a un parto così incredibile e inaudito occorreva che Maria lo
udisse chiaramente proclamare. Una vergine che dà alla luce un figlio è
il suggello di un mistero divino, non umano. Maria aveva letto nel profeta
Isaia: Il Signore stesso vi darà un
segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio. (Is 7,14) Maria
credeva gia al compimento della profezia, ma non conosceva in che modo si
sarebbe avverata, perché ciò non era stato rivelato nemmeno a un profeta
importante come Isaia. Infatti l'annuncio di un tale mistero poteva
proferirlo soltanto la bocca di un angelo. Oggi
si ascoltano per la prima volta le parole: Lo
Spirito Santo scenderà su di te. Appena Maria ascolta questa parola
così nuova, vi crede. Perciò risponde: Eccomi,
sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto. Notate
l’umiltà e la dedizione di Maria: mentre viene scelta per madre, si
dichiara serva del Signore e non si lascia esaltare dall'improvvisa
promessa. Non rivendica nessun privilegio, che pur le viene da un dono così
grande, ma semplicemente dice che compirà quanto le viene comandato. Era
necessario che Maria desse prova di umiltà, poiché doveva mettere al
mondo colui che è mite e umile per eccellenza. Notiamo ancora la sua
obbedienza e il suo desiderio. Dicendo: Eccomi, sono la serva del Signore, ella si mostra pronta a servire;
e dicendo: Avvenga di me quello che
hai detto, esprime a che cosa ella anela. |
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