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Letture della preghiera notturna dei certosini

 

 

24 giugno

NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA

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Dalla liturgia siro-orientale. In ''L'orient Syrien'', Parigi,6,1961,309‑316.

 

Ti lodiamo e ti rendiamo grazie senza fine, o Verbo di Dio,

per la tua incarnazione e per la tua provvidenza.

Senza posa facciamo memoria dell'inenarrabile ricchezza

 della tua bontà, perché hai redento il genere umano.

Prima di venire, o Signore, ci hai inviato i tuoi messaggeri, i santi profeti,

e ognuno di essi annunziò il mistero nascosto della tua venuta.

L'uno profetizzava che il Signore sarebbe venuto

ad allietare gli afflitti di Sion.( Is 61,3 )

L'altro annunziò che il Signore avrebbe ristabilito( Ger 31,31 )

l'alleanza con il suo popolo.

L'uno pregava perché il Signore ( Sal 82,1 )

venisse e non stesse in silenzio.

L'altro supplicava: Fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.( Sal 79,4 )

L'uno profetizzò il Precursore,

annunziando da parte di Dio:

Ecco, io manderò un mio messaggero. ( Ml 3,1 )

L'altro ci insegno che sarebbe

una voce che grida nel deserto.( Is 40,3 )

 

2

 

Dopo esserti manifestato in figura a tutti i santi profeti,

Signore, hai inviato davanti a te Giovanni Battista.

Egli è il punto di transizione tra l'antica e la nuova alleanza,

 la stella che precede la luce, la lampada che prelude il sole di giustizia,

 la voce che proclama la venuta del Verbo.

Giovanni è il messaggero che annunzia a tutti i popoli:

 Viene uno che e più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali ( Lc 3,16 )

Sia benedetto il Messia che venne alla fine dei tempi

per compiere i misteri annunziati dai profeti!

Egli abitò nel seno della figlia di Davide, una vergine meravigliosa.

Egli inviò un messaggero davanti a lui,

Giovanni, il figlio della sterilità,

perché annunziasse e proclamasse

la manifestazione del Verbo

e appianasse la via al Signore.

 

3

 

In Giovanni vediamo la realizzazione

e il coronamento di tutti i profeti.

Egli è infatti un nuovo Mosè,

perché vide Dio in realtà

e non attraverso i veli del mistero.

Giovanni è un novello Giosuè,

 perché mostrò il passaggio non del Giordano,

 ma ad una buona condotta.

 

Giovanni è un novello Gedeone, che per mezzo dell'acqua si scelse guerrieri che combattessero non contro

la carne e il sangue, ma contro gli spiriti malvagi.

Giovanni è un nuovo Samuele,

perché unse non il re Davide,

ma battezzò il Signore di Davide.

Giovanni è un nuovo Davide,

 che non fu perseguitato da Saul, ma ucciso da Erode.

Giovanni è un nuovo Elia,

 che fu nutrito non da un corvo,

 ma dalle cavallette e dal miele selvatico.

Giovanni è un nuovo Giuseppe,

 perché fu tentato non dalla moglie

di Potifar, ma da Erodiade.

Giovanni è un nuovo Eliseo,

perché non olio moltiplicò,

 ma coloro che si fanno ungere con l'olio.

Giovanni è un nuovo Isaia,

che non si accontentò di predire:

Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un figlio, ( Is 7,14 ) ma dichiarò:

 Ecco che ella ha concepito e dato alla luce

l'agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! ( Gv 1,29 )

 

4

 

Giovanni, tu sei la gran tromba del timore di Dio;

 il tuo splendore giocondo risveglia

 chi dorme nel peccato

e gli annunzia l'aurora della penitenza salvifica.

 Sei il più grande tra gli uomini

e precedi colui che è prima della creazione.

Beato sei tu, Giovanni,

perché il deserto accresce il tuo merito,

e il miele selvatico ti serve da cibo.

Beato sei tu, perché sei amico dello sposo

e padrino della sposa, la Chiesa,

invitando popoli e nazioni

al battesimo e alla conversione.

Beato sei tu, perché vedesti

lo Spirito Santo, udisti la voce dei Padre

e posasti la mano sul capo del Redentore del mondo.

Noi ti preghiamo: veglia sulla Chiesa,

e insegnale ad amare il Cristo suo sposo.

Sia benedetto Dio che fidanzò questa sposa al suo unico Figlio!

 

5

 

Dai Discorsi di Dionigi il Certosino.

In festo S.Joann.ßapt.,sermo IV.Opera omnia,Tornaci, 1906, tomo 32,P. 301-302.

 

Un amore forte e sincero uni strettamente Cristo e Giovanni. E' vero che l'amore divino e increato del Signore non è soggetto ai moti del sentimento affettivo, tuttavia l'amore infuso e spirituale in Gesù uomo‑Dio ne è capace, secondo i motivi che solitamente spronano ad amare, come la bontà, l'affinità d'animo, la vicinanza, il conoscersi e volersi bene.

E' certo, poi, che la virtù, la santità, la grazia e la perfezione brillavano con grande spicco in Gesù e in Giovanni. Erano somigliantissimi di spirito e omogenei persino nella carne, tanto che si conobbero chiaramente quand'ancora erano nel grembo della propria madre.

Giovanni ricevette i doni più preziosi da parte di Cristo, e il Salvatore fu conosciuto grazie alla predicazione del Battista che prodigò se stesso con tutte le forze per l'onore di Cristo.

 

6

 

Chi può farsi un'idea dell'ardore con cui Gesù e Giovanni si amarono?

E' significativo già solo questo: ognuno parla dell'altro,

in sua assenza, con massima fedeltà e rispetto,

 esaltando e lodando l'amico in termini magnifici.

Quando la gente pensò che Giovanni fosse il Messia,

il Battista confessò di non esser e degno di sciogliergli i

legacci dei sandali. Più tardi aggiungerà:

Egli deve crescere e io invece diminuire.( Gv 3,30 )

Dal canto suo, il Salvatore fece di Giovanni un elogio ineguagliabile:

Tra i nati di donna non e sorto uno più grande di Giovanni il Battista. ( Mt 11,11 )

Gesù e Giovanni desideravano ognuno il bene dell'altro, con amore puro e spontaneo.

Tutta la predicazione del Battista, quel suo battezzare, le sue fatiche, il genere di vita,

tendevano a far conoscere e onorare Cristo da tutti gli uomini.

 

7

 

Scaviamo ancora oltre nel vincolo che univa Gesù e Giovanni. Essi si comunicavano i loro segreti. Cristo infatti rivelò a Giovanni molte realtà soprannaturali e recondite, tanti fatti salutiferi e divini, sia parlandogli in carne e ossa, sia illuminandolo in spirito.

Giovanni non era ancora nato e Gesù gli manifestò la sua presenza in modo sorprendente. Al momento del battesimo, Gesù gli disse: Lascia fare per ora, poiché conviene che cosi adempiamo ogni giustizia. ( Mt 3,15 )Il Signore fece persino intuire il mistero della Trinità beata, perché Giovanni dichiarò che lui si limitava a battezzare con l'acqua, ma Gesù avrebbe battezzato in Spirito Santo.

Da parte sua, Giovanni rivelò il suo segreto a Gesù, dicendogli: Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?( Mt 3,14 )

Il Battista sapeva infatti chi fosse Gesù e senza posa effondeva spiritualmente il suo cuore davanti alla divinità di Cristo.

 

8

 

E' certo che Cristo e Giovanni vissero insieme volentieri e con gioia. Tuttavia potremmo domandarci come ciò fu possibile, dato che Giovanni non seguì il Signore e visse nel deserto fin dalla fanciullezza.

Si può rispondere che per Giovanni, autentico uomo spirituale. in cui anche l'amore era di tale natura, non contava la presenza fisica del Signore o le conversazioni con lui; non era dipendente da un attaccamento sentimentale, ma senza interruzione stava con Cristo ad un altro livello, più alto e divino. Era unito con il Signore nella più soave familiarità, perché lo contemplava spiritualmente. Senza posa egli si teneva alla presenza della sua divinità, camminando davanti a lui come Davide aveva camminato alla presenza del Signore, e come Enoch aveva seguito le vie di Dio.

C'è di più: la separazione fisica tra Gesù e Giovanni permetteva loro un'unione più profonda. Gli apostoli erano talmente legati alla presenza e all'aspetto corporeo di Cristo da precludersi la piena effusione dello Spirito Santo. Tant'è che la somma Verità, il Cristo Signore, dichiarò ad essi: Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore. ( Gv 16,7 )

Gesù e Giovanni dettero entrambi la vita l'uno per l'altro. Cristo morì per la redenzione e la salvezza di Giovanni, e Giovanni dette la vita per difendere la giustizia e l'onore di Cristo.

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

1,57-66.80

Per Elisabetta si compi il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne:

"No, si chiamerà Giovanni".

 

Dai Discorsi di Ugo di san Vittore. Semones 72&73. PL 177,1127.1131-1134.

 

Una, anzi la più grande, delle meraviglie del deserto fu san Giovanni Battista. Vestito di pelli di cammello, egli si nutriva nel deserto di locuste e miele selvatico, e acqua soltanto era la sua bevanda.

Meraviglie del deserto furono anche le innumerevoli moltitudini di monaci dell'Egitto, che popolarono tutti i recessi di quelle solitudini.

Meraviglie del deserto sono le migliaia di monaci che oggi dimorano nelle radure dei boschi o in altri luoghi remoti. Tali sono i Certosini, i Cistercensi, i Premostratensi, gli eremiti o anacoreti, i quali, in gruppi più o meno numerosi o anche da soli, vivono in luoghi appartati e abbelliscono quei deserti con lo splendore della loro santità.

Tutti questi uomini sono il decoro e la bellezza del deserto per la tensione amorosa verso Dio che li anima, con l'esempio che danno, con la parola e il silenzio. L'astinenza e l'austerità, la castità, il lavoro, le ruvide vesti, i duri giacigli, le veglie continue, le melodie dei canti spirituali, le insistenti preghiere, le generose carità, l'ospitalità cordiale sono gli aspetti diversificati con cui essi offrono la testimonianza di ogni virtù e opera buona.

 

10

 

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano! ( Sal 91,13 )

Cari fratelli, la vita di san Giovanni Battista, del quale celebriamo oggi la natività, ci parla da se, è tutta

un'esortazione per noi, ci richiama dal male e incita al bene.

Non soltanto quel che è compreso nella sua santissima vita, ma se attentamente li consideriamo, anche gli eventi che la precedettero o la seguirono, sono una voce che ci distoglie dalla colpa e ci insegna la via dei giusti. Prima infatti che fosse concepito, ci parla il suo annunzio; dopo la morte, la fama delle sue virtù; in vita, tutta la sua perfezione.

La molteplicità delle virtù che irradiano da san Giovanni Battista, risplendono come lo scintillio di pietre preziose in un vestito, e concorrono alla bellezza dell'insieme.

In Giovanni infatti ammiriamo il disprezzo del mondo e l'amore di Dio, l'astinenza dal cibo e la ruvidezza della veste, la quiete della solitudine e la predicazione. La verginità, l'umiltà del cuore, la rigorosa severità, la testimonianza della verità, la pazienza e il profumo di una riconosciuta integrità ricamano il capolavoro di questa esistenza.

 

11

 

San Giovanni è come l'aurora che precede la levata del vero sole, poiché precorre il Redentore; è il soldato del re del cielo, l'araldo del giudice, la voce che grida, il profeta che sta per venire.

Ministro del Signore, egli segna a dito l'Agnello, battezza Cristo, è l'amico dello sposo e il predicatore della penitenza.

San Giovanni è l'amico della castità, il persecutore della lussuria, il testimone della giustizia, il difensore dell'innocenza.

E' figlio di santi genitori e confidente dei misteri celesti; è la felicità dei famigliari, il compiacimento dei vicini, l'ammirazione di tutti.

Insieme con gli apostoli, anzi più degli apostoli, è il nunzio di Cristo; è luce del mondo, sale della terra, lampada sul candelabro, città sul monte.

San Giovanni fu annunziato da un angelo, fu santificato nel seno materno; divenuto illustre nel mondo, fu coronato di martirio e glorificato nei cieli. Giustamente su tutta la terra la voce dei fedeli lo esalta, lo loda, lo onora, lo ricorda con feste solenni.

 

12

 

 

San Giovanni Battista è paragonato alla palma e al cedro, perché è veramente palma per la sua giustizia e cedro per la sua gloria.Il cedro, che supera in altezza gli altri alberi, è simbolo appropriato della gloria celeste. La grandezza della palma simboleggia la giustizia, pur senza raggiungere la statura

del cedro che è figura di gloria più sublime.Facciamo però attenzione alla Scrittura che dice:

Fiorirà come palma, crescerà come cedro. i Nel tempo presente la giustizia, rappresentata dalla palma, è in fiore, perché ci dà la speranza di cogliere il frutto futuro; invece la gloria, rappresentata dal cedro, ci darà il frutto di questo fiore.

La Scrittura dice che il cedro "crescerà perché la ricompensa dei servi di Dio cresce quando essi custodiscono i suoi precetti.

San Giovanni, dunque, più degli altri santi, è palma ed è cedro: palma per la sua giustizia, cedro per la sua gloria; palma nel mondo, cedro nel cielo; palma per il suo merito, cedro per il suo premio; palma perché giusto, cedro perché beato. E quanto più giusto durante il cammino terreno, tanto più beato nella patria del cielo.

 

 

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