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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

  

 

Sabato Santo

 

1

 

Dalle Lamentazioni,

capitolo secondo.

2,1-7

 

Come il Signore ha oscurato nella sua ira la figlia di Sion!

Egli ha scagliato dal cielo in terra la gloria di Israele.

Non si è ricordato dello sgabello dei suoi piedi nel giorno del suo furore.

Il Signore ha distrutto senza pietà tutte le dimore di Giacobbe;

ha abbattuto con ira le fortezze della figlia di Giuda;

ha prostrato a terra, ha profanato il suo regno e i suoi capi.

Con ira ardente egli ha infranto tutta la potenza di Israele.

Ha tratto indietro la destra davanti al nemico;

ha acceso Giacobbe come una fiamma di fuoco, che divora tutto all'intorno.

Ha teso il suo arco come un nemico, ha tenuto ferma la destra come un avversario, ha ucciso quanto è delizia dell'occhio.

Sulla tenda della figlia di Sion ha rovesciato la sua ira come fuoco.

Il Signore è divenuto come un nemico, ha distrutto Israele;

ha distrutto tutti i suoi palazzi, ha abbattuto le sue fortezze, ha moltiplicato alla figlia di Giuda lamento e cordoglio.

Ha devastato come un giardino la sua dimora, ha demolito il luogo della riunione.

Il Signore ha fatto dimenticare in Sion la festa e il sabato e ha rigettato nel furore della sua ira re e sacerdoti.

Il Signore ha abbandonato il suo altare, ha rigettato il suo santuario; ha consegnato in balia del nemico le mura delle sue fortezze.

Essi alzarono grida nel tempio del Signore quasi fosse un giorno di festa.

 

2

2,8-13

Il Signore ha deciso di demolire le mura della figlia di Sion;

egli ha steso la corda per le misure, non ritrarrà la mano dalla distruzione;

ha reso desolati bastione e baluardo;

ambedue sono in rovina.

Sono affondate nella terra le sue porte;

egli ne ha rovinato e spezzato le sbarre;

il suo re e i suoi capi sono tra le genti;

non c’è più legge e neppure i suoi profeti han ricevuto visioni dal Signore.

Siedono a terra in silenzio gli anziani della figlia di Sion, han cosparso di cenere il capo, si sono cinti di sacco;

curvano a terra il capo le vergini di Gerusalemme.

Si son consunti per le lacrime i miei occhi, le mie viscere sono sconvolte; si riversa per terra la mia bile per la rovina della figlia del mio popolo, mentre vien meno il bambino e il lattante nelle piazze della città.

Alle loro madri dicevano:

"Dov'è il grano e il vino?".

Intanto venivan meno come feriti nelle piazze della città; esalavano il loro respiro in grembo alle loro madri.

Con che cosa ti metterò a confronto?

A che cosa ti paragonerò, figlia di Gerusalemme?

Che cosa eguaglierò a te per consolarti, vergine figlia di Sion?

Perché è grande come il mare la tua rovina;

chi potrà guarirti?

 

3

2,14-22

I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità per cambiare la tua sorte;

ma ti han vaticinato lusinghe, vanità e illusioni.

Contro di te battono le mani quanti passano per la via;

fischiano, scrollano il capo sulla figlia di Gerusalemme:

"E' questa la città che dicevano bellezza perfetta, gioia di tutta la terra?".

Spalancano contro di te la bocca tutti i tuoi nemici, fischiano e digrignano i denti, dicono:

“L’abbiamo divorata!

Questo è il giorno che aspettavamo, siamo arrivati a vederlo

Il Signore ha compiuto quanto aveva decretato,

ha adempiuto la sua parola decretata dai giorni antichi, ha distrutto senza pietà,

ha dato modo al nemico di gioire di te,

ha esaltato la potenza dei tuoi avversari.

 Grida dal tuo cuore al Signore, vergine figlia di Sion;

fa' scorrere come torrente le tue lacrime, giorno e notte!

Non darti pace, non abbia tregua la pupilla del tuo occhio.

Alzati, grida nella notte quando cominciano i turni di sentinella,

effondi come acqua il tuo cuore davanti al Signore;

alza verso di lui le mani per la vita dei tuoi bambini, che muoiono di fame all'angolo di ogni strada.

"Guarda, Signore, e considera; chi mai hai trattato così?

Le donne divorano i loro piccoli, i bimbi che si portano in braccio!

Sono trucidati nel santuario del Signore sacerdoti e profeti!

Giacciono a terra per le strade ragazzi e vecchi; le mie vergini e i miei giovani sono caduti di spada; hai ucciso nel giorno della tua ira, hai trucidato senza pietà.

Come ad un giorno di festa hai convocato i miei terrori dall'intorno.

Nel giorno dell'ira del Signore non vi fu né superstite né fuggiasco.

Quelli che io avevo portato in braccio e allevato li ha sterminati il mio nemico".

 

 

4

 

Dall'Omelia di san Giovanni Crisostomo sul cimitero e la croce.

 

     Nostro Signore percorre oggi gli abissi delle tenebre. Oggi egli ha spezzato le porte di bronzo e ha rotto le spranghe di ferro. Osservate come sono esatte queste espressioni desunte da Isaia. Non si dice che Cristo ha aperto le porte di bronzo, ma che le ha spezzate, rendendo inutile la prigione. Non ha tolto i chiavistelli, li ha rotti, perché non esista più carcere. Senza porte e senza catene nessuno è imprigionato, pur finendo in quell'antro. Se Gesù Cristo ha spezzato le porte, chi le riparerà? Nessuno rimette in piedi quello che Dio ha rovesciato.

     Quando un principe invia una lettera per graziare un prigioniero, agisce in modo diverso: lascia porte e custodi, per cui chi esce di prigione è convinto che quel luogo riceverà altri pensionanti: forse i medesimi, forse altri al loro posto. Ma Cristo, volendo insegnarci che il regno della morte era abolito, ne ha spezzato le porte di bronzo. Il Profeta le chiama porte di bronzo, per esprimere il carattere crudele e inesorabile della morte. Nello stesso senso Dio disse a Israele indurito nel male: La tua cervice è una sbarra di ferro e la tua fronte è di bronzo.

     Vuoi capire fino a che punto la morte era dura, inflessibile, implacabile? Per la lunga durata dei secoli che precedettero l'avvento di Cristo, nessuno riuscì a strappare alla morte un suo prigioniero. Fu necessario il re degli angeli in persona per costringerla. Cristo ha cominciato con l'incatenare l'uomo forte di cui parla il vangelo, poi gli ha preso tutti i suoi averi. Ecco perché il Profeta aggiunge che il Signore si è impadronito di tesori nascosti e di ricchezze ben celate. In certi luoghi oscuri si possono distinguere gli oggetti con una torcia; ma il regno della morte era così tenebroso e orrendo, che nessun raggio di luce vi era mai penetrato. Ecco perché si parla di tesori nascosti e di ricchezze ben celate. Là non c'erano che tenebre fino al giorno in cui vi scese il Sole di giustizia per illuminare tutto e cambiare l'inferno in cielo. Infatti, il cielo è dovunque c'è Cristo.

 

5

 

     Hai visto l'ammirabile vittoria? Hai visto la nobilissima impresa della croce? Potrò mai dirti qualcosa di più meraviglioso? Considera il modo con cui ha vinto e resterai ancora più ammirato. Cristo ha vinto il diavolo con gli stessi mezzi con cui aveva ottenuto vittoria il diavolo. Lo sbaragliò con le stesse armi usate da lui. Senti in che modo.

     Una vergine, un legno e la morte furono i simboli della nostra sconfitta. La vergine era Eva, non aveva infatti ancora coabitato col marito; il legno era l'albero; la morte la pena di Adamo. Ma ecco ancora una vergine, un legno e la morte, già simboli della sconfitta, diventare ora simboli della sua vittoria. Al posto di Eva c'è Maria, al posto dell'albero della scienza del bene e del male, c'è l'albero della croce, al posto della morte di Adamo la morte di Cristo.

     Vedi come colui che aveva vinto viene ora sconfitto con gli stessi suoi mezzi? Presso l'albero il diavolo abbatté Adamo, presso l'albero Cristo sconfisse il diavolo. E quell'albero mandava all'inferno, questo invece richiama dall'inferno anche coloro che vi erano già scesi. Inoltre un altro albero nascose l'uomo vinto e nudo, questo invece innalza agli occhi di tutti il vincitore spoglio. E quella morte colpì tutti coloro che erano nati prima di essa. Chi può narrare i prodigi del Signore?

 

6

 

     Hai compreso la vittoria? Hai capito il modo con cui hai vinto? Apprendi ora come questa vittoria fu riportata senza nostra fatica e sudore. Noi non abbiamo bagnato di sangue le armi, non siamo stati in battaglia, non siamo stati feriti; la battaglia non l'abbiamo nemmeno vista, eppure abbiamo riportato vittoria. Del Signore è stato il combattimento, nostra la corona.

     Poiché la vittoria è anche nostra, imitiamo i soldati e, con voci di gioia, cantiamo oggi le lodi e l'inno di vittoria. Diciamo, lodando il Signore: La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dovè, o morte, la tua vittoria? Dovè, o morte, il tuo pungiglione?

     Tutto questo ci è stato procurato dalla croce gloriosa: la croce, trofeo eretto contro il demonio, arma contro il peccato, spada con cui Cristo ha trafitto il serpente: la croce volontà del Padre, gloria dell'Unigenito, gaudio dello Spirito Santo, onore degli angeli, presidio della Chiesa, vanto di Paolo, difesa dei santi, luce di tutto il mondo.

     Quando c'è buio in casa, si accende la lampada: la si colloca in alto e la notte se ne va. Ugualmente l'universo era immerso nelle tenebre, ma Cristo ha elevato la croce come fiaccola luminosa e ogni tenebra fu dissipata. E come la lampada proietta lontano la luce, così la croce portava il Sole di giustizia che irradia sul mondo intero.

Per le letture 7, 8 e 9 vedi anno C

Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

 

 

Sabato Santo

 

 

1

 

Dalle Lamentazioni,

capitolo secondo.

2,1-7

 

Come il Signore ha oscurato nella sua ira la figlia di Sion!

Egli ha scagliato dal cielo in terra la gloria di Israele.

Non si è ricordato dello sgabello dei suoi piedi nel giorno del suo furore.

Il Signore ha distrutto senza pietà tutte le dimore di Giacobbe;

ha abbattuto con ira le fortezze della figlia di Giuda;

ha prostrato a terra, ha profanato il suo regno e i suoi capi.

Con ira ardente egli ha infranto tutta la potenza di Israele.

Ha tratto indietro la destra davanti al nemico;

ha acceso Giacobbe come una fiamma di fuoco, che divora tutto all'intorno.

Ha teso il suo arco come un nemico, ha tenuto ferma la destra come un avversario, ha ucciso quanto è delizia dell'occhio.

Sulla tenda della figlia di Sion ha rovesciato la sua ira come fuoco.

Il Signore è divenuto come un nemico, ha distrutto Israele;

ha distrutto tutti i suoi palazzi, ha abbattuto le sue fortezze, ha moltiplicato alla figlia di Giuda lamento e cordoglio.

Ha devastato come un giardino la sua dimora, ha demolito il luogo della riunione.

Il Signore ha fatto dimenticare in Sion la festa e il sabato e ha rigettato nel furore della sua ira re e sacerdoti.

Il Signore ha abbandonato il suo altare, ha rigettato il suo santuario; ha consegnato in balia del nemico le mura delle sue fortezze.

Essi alzarono grida nel tempio del Signore quasi fosse un giorno di festa.

 

2

2,8-13

Il Signore ha deciso di demolire le mura della figlia di Sion;

egli ha steso la corda per le misure, non ritrarrà la mano dalla distruzione;

ha reso desolati bastione e baluardo;

ambedue sono in rovina.

Sono affondate nella terra le sue porte;

egli ne ha rovinato e spezzato le sbarre;

il suo re e i suoi capi sono tra le genti;

non c’è più legge e neppure i suoi profeti han ricevuto visioni dal Signore.

Siedono a terra in silenzio gli anziani della figlia di Sion, han cosparso di cenere il capo, si sono cinti di sacco;

curvano a terra il capo le vergini di Gerusalemme.

Si son consunti per le lacrime i miei occhi, le mie viscere sono sconvolte; si riversa per terra la mia bile per la rovina della figlia del mio popolo, mentre vien meno il bambino e il lattante nelle piazze della città.

Alle loro madri dicevano:

"Dov'è il grano e il vino?".

Intanto venivan meno come feriti nelle piazze della città; esalavano il loro respiro in grembo alle loro madri.

Con che cosa ti metterò a confronto?

A che cosa ti paragonerò, figlia di Gerusalemme?

Che cosa eguaglierò a te per consolarti, vergine figlia di Sion?

Perché è grande come il mare la tua rovina;

chi potrà guarirti?

 

3

2,14-22

I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità per cambiare la tua sorte;

ma ti han vaticinato lusinghe, vanità e illusioni.

Contro di te battono le mani quanti passano per la via;

fischiano, scrollano il capo sulla figlia di Gerusalemme:

"E' questa la città che dicevano bellezza perfetta, gioia di tutta la terra?".

Spalancano contro di te la bocca tutti i tuoi nemici, fischiano e digrignano i denti, dicono:

“L’abbiamo divorata!

Questo è il giorno che aspettavamo, siamo arrivati a vederlo

Il Signore ha compiuto quanto aveva decretato,

ha adempiuto la sua parola decretata dai giorni antichi, ha distrutto senza pietà,

ha dato modo al nemico di gioire di te,

ha esaltato la potenza dei tuoi avversari.

 Grida dal tuo cuore al Signore, vergine figlia di Sion;

fa' scorrere come torrente le tue lacrime, giorno e notte!

Non darti pace, non abbia tregua la pupilla del tuo occhio.

Alzati, grida nella notte quando cominciano i turni di sentinella,

effondi come acqua il tuo cuore davanti al Signore;

alza verso di lui le mani per la vita dei tuoi bambini, che muoiono di fame all'angolo di ogni strada.

"Guarda, Signore, e considera; chi mai hai trattato così?

Le donne divorano i loro piccoli, i bimbi che si portano in braccio!

Sono trucidati nel santuario del Signore sacerdoti e profeti!

Giacciono a terra per le strade ragazzi e vecchi; le mie vergini e i miei giovani sono caduti di spada; hai ucciso nel giorno della tua ira, hai trucidato senza pietà.

Come ad un giorno di festa hai convocato i miei terrori dall'intorno.

Nel giorno dell'ira del Signore non vi fu né superstite né fuggiasco.

Quelli che io avevo portato in braccio e allevato li ha sterminati il mio nemico".

 

 

4

 

Dai Discorsi di san Germano di Costantinopoli.

Oratio In Dominici corporis sepulturam. PG 98,253-260.

 

E' caduto l'antico e invisibile principe delle tenebre; l’ha debellato colui che è avvolto di luce come di un manto (Sal 103,2), ma si è celato sotto il velo della carne. Egli ha vinto il nemico, perché abbracciò liberamente la nostra povertà, lasciandosi straziare dai chiodi e trafiggere dalla spada.

Il popolo che camminava nelle tenebre dell'ignoranza vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa (Sal 103,2) è brillata la grande luce della redenzione. Vedendo il tiranno ferito a morte, questo popolo risale dalle tenebre alla luce, dalla morte passa alla vita.

L'inganno del serpente aveva allontanato gli uomini dal Creatore; con la colpa essi erano diventati i nemici di Dio a causa di colui che si era venduto al diavolo per il primo. Ma con la vittoria del solo Gesù Cristo la salvezza è offerta agli umani.

Il legno della croce sostiene colui che ha fatto l'universo. Cristo si appoggia sulla croce come un uomo, lui che era apparso a Giacobbe appoggiato sulla scala.

Colui che subisce la morte per ridarmi la vita, è inchiodato al legno come un morto; colui che ha creato l'universo con la sua divinità e spira la vita ai morti, ora esala l'ultimo respiro sulla croce.

 

5

 

La croce non ispira affatto vergogna a Cristo, anzi, come un trofeo, essa attesta la sua vittoria cosmica. Colui che giudica con giustizia siede sul trono della croce e condanna la morte iniqua, sterminandola via dalla natura umana.

La corona di spine, posata sul capo di Cristo prima della crocifissione, conferma la vittoria di colui che aveva detto: Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo! (Gv 16,33)

Portando il peccato, simboleggiato dalle spine, il Signore ha vinto il principe di questo mondo, perché il peccato è lo strumento più efficace che abbia la morte, questa sostituta comandata da Satana.

Hai visto come era attrezzato quel principe, capo di perdizione? Hai misurato tutte le sue fortificazioni? Eppure, guardalo ora denudato di ogni sua armatura, sconfitto dalla sapienza efficace di Cristo. Colui infatti che è senza peccato ha svelto il pungiglione malefico e l'ha distrutto in sé stesso. Colui che toglie il peccato del mondo rende inerme e impotente la morte armata di aculeo.

Anzi, dopo aver sottratto alla morte il suo potere, la mette a morte.

Questa è la sorte che subiscono gli insetti muniti di pungiglione: quando lo conficcano nella carne altrui, essi muoiono.

 

6

 

Cristo aveva assunto le primizie della creazione. Oggi la sua vittoria penetra tutto l'universo, vivificandolo e rendendolo immortale.

Tutti gli esseri creati proclamano che il mistero della croce è un trionfo; l'attesterebbero le pietre, qualora io tacessi.

Secondo un'antica e veridica tradizione dei padri, il primo uomo fu sepolto sotto le pietre del calvario. Cristo, come re potentissimo, si innalzò sopra quella cittadella adamitica e riportò la vittoria contro il demonio che da tiranno vi spadroneggiava.

Il Signore, da guerriero, piantò il suo scettro su quella acropoli.

Erigendovi il trofeo della croce, egli ha manifestato chiaramente che lo scopo della sua venuta in terra era Adamo: il mistero del suo abbassamento fu compiuto per ricondurre Adamo a Dio e per salvarlo.

Per liberare il Primo uomo Cristo discese dal cielo, si incarnò, soffrì, faticò e lavorò, pregò e morì, effuse il suo sangue e fu sepolto. Tutto questo mistero ebbe per movente l'amore che il Creatore porta alla creatura.

Gesù grida ancora una volta: Adamo, dove sei? (Cf  Gen 3,9)

Sono venuto a cercarti, e per poterti trovare, ho steso le mani sulla croce.

Con le mani stese mi rivolgo al Padre, per rendere grazie di averti ritrovato, e poi le volgo anche verso di te per abbracciarti.

Quei passi che un tempo ti terrificarono, segnalando il triste stato della tua anima, ora sono venuti a te senza strepito: i miei piedi sono infatti immobilizzati, confitti in croce per te.

Non sono venuto per giudicare il tuo peccato, ma per salvarti, talmente io amo gli uomini.

Non sono venuto per maledirti, a causa della tua disobbedienza, ma per benedirti con la mia obbedienza.

Un tempo fosti come un uccellino scacciato dal nido del paradiso e dilaniato dai denti del serpente.

Oggi ti copro con le mie penne, sotto le mie ali troverai rifugio. (Cf Sal 90,4)

Quando l'anima si ritira, il corpo si dissolve; ma ora cercherò la tua vita nascosta nelle tenebre e nell'ombra di morte, scenderò fino negli inferi, annoverato fra quelli che scendono nella fossa (Sal 87,5).

Non mi darò quiete finché, toccando il fondo dell'umiliazione, non ti avrò ritrovato e ricondotto in cielo, a gloria del mio amore per te.

 

7

 

Dalla Lettera agli Ebréi, capitolo nono.

9,11-23

 

Cristo, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, entrò una volta per sempre nel santuario non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue, dopo averci ottenuto una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, il quale con uno Spirito eterno offrì sé stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?

Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte in redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa.

Dove infatti c'è un testamento, è necessario che sia accertata la morte del testatore, perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza effetto finché il testatore vive.

Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue. Infatti dopo che Mosè ebbe proclamato a tutto il popolo ogni comandamento secondo la legge, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issopo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo:

Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per voi.

Alla stessa maniera asperse con il sangue anche la tenda e tutti gli arredi del culto.

Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non c'è perdono.

Era dunque necessario che le figure delle realtà celesti fossero purificate con tali mezzi; le stesse realtà celesti però dovevano esserlo con sacrifici superiori a questi.

 

8

 

9,24-10,10

 

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, allo scopo di presentarsi ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire sé stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.

In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo.

E invece una volta sola ora, nella pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di sé stesso.

E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.

Poiché la legge possiede solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio.

Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati?

Invece per mezzo di quei sacrifici. si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri.

Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato.

Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.

Allora ho detto: Ecco, io vengo ‑poiché di me sta scritto nel rotolo del libro ‑ per fare, o Dio, la tua volontà.

Dopo aver detto:

Non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge:

Ecco, io vengo a fare la tua volontà.

Così egli abolisce il primo ordine di cose per stabilire il secondo.

Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

 

9

 

10,11-23; 13,20-21

 

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici, perché essi non possono mai eliminare i peccati.

Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso alla destra di Dio, aspettando ormai soltanto che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi.

Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo.

Infatti, dopo aver detto:

 Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro, dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente,

soggiunge:

E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.

Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

Avendo dunque, fratelli, piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero in pienezza di fede, con il cuore purificato dalla cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.

Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

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