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Letture della preghiera notturna dei certosini

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  Anno A

 

Tempo Ordinario

 

Ventitreesima Domenica

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

14,1-11

Osservando come gli invitati sceglievano i primi posti, Gesù disse loro una parabola: "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto".

 

Dai Discorsi di Isacco di Ninive.

Mystic Traetises by Isaac of Niniveh. A cura di A.J. WENSINCK, Amsterdam, 1923, 52-53. 346-347.

 

     Il cuore di Dio si china verso l'uomo umile per confortarlo. Ma il volto del Signore si leva contro i superbi per umiliarli. L'umiltà attira su di sé la costante benevolenza divina, mentre la durezza di cuore, del tutto gratuita, si ficca continuamente in difficoltà senza uscita, che degenerano in repentina catastrofe e distruzione.

     Fatti piccolo tra gli uomini e il Signore ti eleverà sopra ogni grandezza umana. Pròstrati davanti a tutti, saluta tu per primo; un giorno sarai onorato più di colui che riceve in dono l'oro di Ofir. Rimani pure senza valore ai tuoi occhi; un giorno scoprirai dentro di te la gloria di Dio, perché il seme dell'umiltà produce frutti di immortale onore.

     Se procuri che gli uomini non ti tengano in nessun conto, il Signore ti avrà in grande considerazione. Ti conviene essere davvero grande eppure denigrato, piuttosto che vivere in modo tale da meritare, in effetti, il disprezzo. Stúdiati di venire dimenticato mentre il Signore si prende cura di te, piuttosto che attirare l'applauso della gente e, nel tuo cuore, essere divorato dalla cancrena. Rifiuta l'onore e sarai onorato; ma se ami la stima, finirai respinto.

 

10

 

     Se ambisci gli onori, te le vedrai sfuggire di mano. Ma se li schivi, la fama verrà a cercarti nell'angolino in cui ti sarai nascosto. Allora la tua umiltà sarà proclamata davanti a tutti. Se ti mostri umile perché ti apprezzino, il Signore saprà confonderti: abbàssati invece per onorare la verità e vedrai Dio comandare a tutte le creature di lodarti. La creazione ti svelerà la gloria del Creatore che dal fondo della sua eternità si esprime attraverso le opere; riceverai un lembo dell'elogio che spetta all'Onnipotente, perché sarai diventato sua autentica immagine .

     Esisterà un uomo dalla condotta nobile, in discredito presso gli uomini, ma in possesso della sapienza insieme con un cuore di povero? Lui beato! Sì, beato chi si umilia in tutto, perché in tutto sarà esaltato. Chi si fa povero e piccolo per Dio, Dio lo glorificherà.

     E chi per Dio soffre la fame e la sete, riceverà dalla mano del Signore un vino inebriante, di una ebbrezza che non avrà mai fine. Chi patisce la nudità per Dio, sarà rivestito da lui con le vesti della gloria. Chiunque è povero per il Signore troverà stabile consolazione nella vera ricchezza.

 

11

 

     L'uomo umile non ama i luoghi pieni di gente e di traffico. Non gli piacciono il chiasso, l'agitazione, lo sfoggio della ricchezza e del lusso; neppure le chiacchiere, i rapporti frequenti, i piaceri in cui prevale l'accarezzamento della sensibilità.

     Preferisce concentrarsi in se stesso, stare raccolto da solo, separato, quieto, abitando un posto solitario, sottratto alla presenza delle creature. A tutti i livelli predilige ciò che è piccolo, sobrio, povero e disagevole.

     Non si concede a troppe occupazioni o iniziative; sempre pago di quanto ha e senza crucci, evita di immischiarsi negli affari mondani, che potrebbe frastornarlo. Così i suoi pensieri non vanno vagando fuori di lui. Sa bene che qualora si soffermasse con la mente nella molteplicità degli affari mondani, non potrebbe evitare in cuore il brulicare di conturbanti sentimenti.

     Molti impegni equivalgono a molti assilli; a mano a mano che questi si moltiplicano, affluisce nell'anima ogni risma di pensieri ed emozioni.

 

12

 

     L'umile preferisce rimanere libero dalla cura di affari molteplici, per custodire la mente silenziosa, tesa verso un'unica aspirazione, essendo placata l'emotività. Persino le occupazioni che la gente reputa necessarie intralcerebbero il suo silenzio. Da esse potrebbe riceverne danno e causarne ad altri.

     L'esagerata attività può far sì che gli argini cedano e le emozioni dilaghino fuori; la quiete interiore, necessaria alla contemplazione, è turbata: l'umiltà dilegua e si blocca la via della salvezza.

     Ecco perché l'umile è così attento a guardarsi dall'attivismo; in ogni tempo lo si trova quieto, mite, in pace. L'umile ignora le reazioni di violenza, di paura, di agitazione, i sentimenti vivi e incontrollati. Abita in un riposo continuo. Anche se il cielo crollasse sopra la terra, non ne rimarrebbe scombussolato. Attenzione, però: chi è in pace, non è detto sia umile. Ma chi è umile è sempre e ovunque in pace.

 

 

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

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Ventitreesima Domenica

 

 

9

  

Dal vangelo secondo Luca.

14,1-11

Osservando come gli invitati sceglievano i primi posti, Gesù disse loro una parabola: "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto".

 

Dalle Omelie di san Giovanni Crisostomo su questo vangelo. In Mt.,hom.65,4‑5. PG 58,621‑624.

 

Non temere di perdere l'onore praticando l'umiltà, perché essa fa crescere la tua gloria in misura notevole. L'umiltà è la porta del regno dei cieli. Bada di non incamminarti per la strada contraria, perché ti faresti la guerra. A voler apparire grandi, finiamo spregevoli peggio di chiunque altro.

Vedi come Gesù c'insegna a raggiungere lo scopo desiderato attraverso vie che ne sono l'opposto? L'abbiamo già fatto notare più volte. Anche nel caso dell'avaro e dell'ambizioso il Signore si è comportato in quel modo.

"Perché dunque fai l'elemosina in maniera ostentata?" ha chiesto all'ambizioso "Per conquistarti la stima? Smettila di agire così, e la troverai".

"Perché accumuli tanti averi?" dice il Signore all'avaro. "Per arricchirti? Smetti di ammucchiare quattrini, e sarai davvero ricco".

E qui, all'invitato alle nozze dice: "Perché scegli il primo posto? Per essere superiore agli altri? Scegli l'ultimo posto e sarai il primo. Se vuoi essere grande, non cercare di esserlo e allora lo sarai davvero".

 

10

 

L'orgoglio è sempre meschino; l'umiltà, al contrario, e eccelsa. La sua grandezza, infatti, è autentica, quando non consiste solo nel nome e nelle forme esteriori. Mentre l'umiltà apparente deriva dal timore che incutono gli altri, l'umiltà vera, quella interiore, assimila a Dio.

Chi è grande sul serio, resta tale anche nell'anonimato, mentre il superbo è vile e ignobile, nonostante inchini ed elogi.

Gli onori di questo mondo sono il frutto imposto dalle convenienze o dalla necessità, per cui si sfasciano facilmente. Invece il rispetto tributato all'umile nasce da libera elezione e rimane intangibile.

I santi destano la nostra ammirazione e perché, pur essendo i più grandi fra tutti, si tennero come gli ultimi di tutti. Fino ad oggi se n'è conservata la grandezza, valicando i confini della loro morte.

 

11

 

L'ambizioso vuole essere il primo di tutti e non reputa nessuno degno di sé. Quanto più lo coprono di onori, ancora di più ne pretende, mai pago di quelli ricevuti. Disprezza tutti gli uomini. ma intanto ricerca la loro stima.Si può trovare cosa più insensata? Sembra un enigma! L'uomo altezzoso cerca gloria presso quelli che disprezza.Vedi come precipita il superbo che vuole esaltarsi? Eccolo giacere in terra. Reputare che gli altri in confronto di sé valgano zero è una bella arroganza! Perché allora corri dietro a chi non è niente? Perché mendichi la sua stima? Perché ti porti attorno una folla di adulatori? Hai mai visto la bassezza che si appoggia sulla bassezza? Esaminiamo ora la grandezza autentica. L'umile conosce il valore dell'uomo e la sua eccellenza, ma siccome reputa sé stesso l'ultimo di tutti, si stima indegno dell'onore che riceve.Egli è conseguente con sé stesso, sta sempre in alto e non cambia parere. Dato che considera grandi gli uomini, gli pare magnifico il minimo segno di deferenza che riceve. Il superbo, invece, ricerca gli onori e disprezza chi lo onora.

 

12

 

Li umile non è schiavo di nessuna passione. Ira, vanagloria, invidia, maldicenza, nulla di ciò lo turba. Che cosa vi è di più grande di un'anima libera da tali passioni?

Il superbo, invece, è preda di tutti quei vizi, vi si rotola come un verme nel fango. Ira, invidia e gelosia gli squassano l'animo.

Chi, dunque, è il più grande? Chi domina le passioni oppure chi se ne lascia dominare? Chi ne è padrone, senza farsi sorprendere, oppure chi si assoggetta ad esse tremando?

Quale uccello vola più alto? Quello che si innalza sopra la mano e il laccio del cacciatore o quello che non riesce a librarsi in aria e viene catturato senza rete? Questo è il destino dell'uomo superbo: egli cade in ogni trappola, perché striscia sempre per terra.

 

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