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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

Anno A

 

Tempo Ordinario

 

Tredicesima Domenica

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

6,36-42

Gesù diceva alle folle: "Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati".

 

Dagli Insegnamenti di Doroteo di Gaza.

Instructions, VI, 69-70. 71. 72. 74. 75-76.  SC 92,271-277.281.

 

     Non c'è nulla che irriti tanto Dio, non c'è nulla che riduca tanto l'uomo a uno stato di spoliazione e di abbandono da parte di Dio quanto il fatto di parlar male del prossimo, di giudicarlo o disprezzarlo.

     Altra cosa è infatti parlar male, altra cosa giudicare e altra cosa disprezzare. Parlar male è dire di uno: "Il tale ha mentito", oppure: "Si è adirato", oppure: "Ha fornicato", e così via. Si è già parlato male di lui, cioè si sono dette parole cattive sul suo conto, si parlato del suo peccato, spinti dalla passione.

     Giudicare invece è dire: "Quel tale è un bugiardo, è sempre in collera, è un fornicatore". Ecco, si è giudicata la disposizione stessa del suo cuore, ci si pronuncia sull'intera sua vita, si esprime un giudizio su di lui e lo si giudica in base a questo giudizio. E ciò è grave.

     Altra cosa è dire: "Si è adirato", altra cosa è dire: "È un uomo iroso" ed esprimere così un giudizio su tutta la sua vita. Giudicare è un peccato gravissimo, più grave di ogni altro, al punto che Cristo stesso ha detto: Ipocrita, togli prima la trave al tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. Il Signore ha paragonato il peccato del prossimo a una pagliuzza, il giudicare invece a una trave, tanto grave è giudicare il prossimo, forse il peccato più grande.

 

10

 

     Non c'è peccato più grave e terribile, come dico spesso, del giudicare il prossimo. Perché piuttosto non giudichiamo noi stessi e i nostri mali che conosciamo così bene e di cui dovremo rendere conto a Dio? Perché vogliamo metterci al posto di Dio ed essere noi a giudicare? Che pretendiamo dalle creature, cosa esigiamo dal prossimo? Perché vogliamo portare un peso che non ci spetta? Abbiamo di che preoccuparci, fratelli!

     Ciascuno badi a se stesso e ai propri mali. Solo a Dio spetta giustificare e condannare, a lui che conosce la situazione di ciascuno, le sue forze, il suo modo di comportarsi, i suoi doni, il suo temperamento, le sue possibilità e giudica ognuno secondo tutto ciò che lui solo conosce. Dio giudica in modo diverso un vescovo o un principe, il capo e il discepolo, l'Anziano e il giovane, il malato e il sano. E chi può conoscere questi giudizi se non colui che tutto ha creato, tutto ha plasmato e tutto conosce?

 

11

 

     L'uomo non può saper nulla dei giudizi di Dio, ma Dio solo capisce tutto e può giudicare ciascuno, come lui solo sa. In verità può succedere che un fratello nella sua semplicità faccia qualcosa o quell'unica cosa è gradita a Dio più che la tua vita intera, e tu ti fai giudice e lo condanni?

     E se pure gli capita di peccare, come puoi sapere quante lotte ha sostenuto, quante volte ha versato il sangue prima di fare il male? Forse il suo peccato è computato a giustizia agli occhi di Dio, perché Dio vedendo la sua pena, il tormento che ha patito prima di fare il male, ne ha misericordia e lo perdona. E se Dio lo perdona, tu oseresti condannarlo perdendo la tu anima? Che ne sai tu di quante lacrime ha versato davanti a Dio per questo suo peccato? Tu hai visto la mancanza, ma non sai nulla del suo pentimento.

 

12

 

     Noi facciamo le opere del diavolo s non ce ne importa nulla. Che altro fa un demonio se non turbare e far del male? E noi aiutiamo il demonio a operare la rovina nostra e del prossimo. Chi fa del male a un'anima infatti aiuta il demonio nella sua opera; chi invece le fa del bene opera con i santi angeli.

     Ma da dove ci vengono tutti questi mali se non dal fatto che non abbiamo in noi l'amore? Se avessimo in noi l'amore unito alla compassione , non ci cureremmo dei peccati del prossimo, come dice la Scrittura: L'amore non tiene conto del male, tutto copre e L'amore copre una moltitudine di peccati. Se avessimo l'amore, l'amore stesso coprirebbe ogni peccato; e noi saremmo come i santi quando vedono i difetti degli uomini. Non sono certo ciechi i santi, così da non vedere i peccati. E chi odia il peccato tanto quanto i santi? Eppure non odiano chi ha commesso il peccato, non lo giudicano, non fuggono lontano da lui, ma ne hanno compassione, lo consigliano, lo consolano, hanno cura di lui come di un membro malato, fanno di tutto per salvarlo.

 

 

Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

 

Anno C

 

Tempo Ordinario

 

Tredicesima Domenica

 

 

9

 

Dal vangelo secondo Luca.

6,36‑42

Gesù diceva alle folle: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro".

 

Dal "Libro della perfezione" di Martirio Sahdona.

 

Livre de la perfectíon,p.II,cap.12,52‑59. Oeuvres,CSCO 253,Lovanio, 1965, t. I I 1, 11 l‑ 113.

 

Perché dovresti perfidamente pensare male di tuo fratello quando lui non è cattivo? Anche ammesso che lo fosse, ignora quel difetto e stimalo buono. Supponi ben disposto il suo cuore verso di te, dato che colui che è buono non pensa male di nessuno.Costruisci in te la bontà con calce di pensieri

amorevoli per applicare a te stesso questa parola del Signore:

 L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone. 1(Mt 12,35) Infatti se l'occhio e puro, non vedrà il male.2(Cf Ab 1, 13)

Se ti radichi nell'umile terra della bontà, se la tua mente non si lascia inquinare da esalazioni malvagie, non ti accorgerai che ti fanno del male, tanto meno sospetterai male del fratello ne gli potrai attribuire intenzioni cattive.

Anche se lui avesse perpetrato contro di te grossi misfatti e ti avesse inflitto amari dolori, non lo biasimare, anzi rallegrati: eccoti un'occasione di più per farti perdonare i tuoi peccati.

 

10

 

Vi sono alcuni che espiano i propri peccati macerandosi in penitenze. Tu invece puoi annullarli anche solo con la volontà, pacificando il tuo cuore irritato. Infatti quando perdoni al fratello che ti ha offeso, i tuoi stessi peccati vengono cancellati, secondo la parola del Signore: Perdonate e vi sarà perdonato. Se perciò saremo capaci di perdonare a chi ci ha offeso, riceveremo il perdono dal Padre dei cieli. Ma se ci ostineremo nell'inimicizia, neppure il Padre celeste ci concederà la sua misericordia. Saremo giudicati col metro con cui giudicheremo; il peso, che avremo usato per gli altri, sarà impiegato nei nostri confronti.

Forse potresti dirmi: Un passato perdonai a mio fratello, ma lui mi ha ancora offeso spudoratamente. Non posso continuare a rimettergli i torti che mi fa, sennò userà gesti sempre più violenti".

Bada che anche Dio potrebbe dirti: "Come? Da quando eri piccolo fino ad oggi,, non hai smesso di offendermi e io ti ho sempre perdonato. Adesso basta, altrimenti la tua sfrontatezza diventerà impossibile. Ti ho mostrato a sufficienza la mia grazia: ora sperimenterai la potenza della mia giustizia, perché ti chiedo conto delle offese contro di me".

Vuoi che Dio ti tratti così? Non gli chiedi forse ogni giorno e ogni ora che abbia pietà di te e ti perdoni? Allora abbi compassione del tuo prossimo, e offrigli gesti di riconciliazione.

 

11

 

Cristo stesso ha fissato con grande liberalità la misura del perdono fraterno. Quando Pietro domandò a Gesù: Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte? Gesù, il Maestro buono, gli rispose: Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.3(Mt 18,21‑22)

 

La generosità nel perdono deve modellarsi su quella di Dio. Perciò anche tu perdona senza pesi o misure al prossimo, con munificenza regale, perché la bontà di Dio ti perdoni indefinitamente.

Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata. scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo. perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.

 

12

 

Sappi compatire, dà prova di indulgenza perdonando al fratello che ti ha offeso. Non lo giudicare mai, non condannarlo, non affliggerlo, non tormentarlo provocandolo a prendersi una rivalsa ancora più astiosa.

Impiega le tue energie non solo a non trasformare un'impertinenza in un grave insulto, ma cerca pure di ridimensionare quanto è davvero grave con il perdono e la propensione a scusare.

Se agirai in tal modo, nel secolo futuro riceverai una ricompensa senza paragone rispetto al tuo atteggiamento di ora verso il fratello.

Dipende da te scegliere il modo con cui verrai giudicato. Saresti così sconsiderato da non aver compassione di te stesso, da non giudicarti con misericordia e da non sdebitarti completamente? Dio ti giudicherà come tu avrai giudicato il fratello. Perché farti torto e non volere smettere di puntare il dito contro il prossimo? Perdonagli le offese e le tue saranno perdonate; annulla la condanna contro di lui e così sarà fatto nei tuoi riguardi. Sdebitalo della condanna fissata dal tuo verdetto e anche tu sfuggirai al giudizio della Geenna.

Abbi pietà di te stesso e fa' tua questa parola della Scrittura: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia 4(Mt 5,7) 

 

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