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Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

     

Anno A

 

Prima Domenica di Quaresima

 

9

 

Dal vangelo secondo Matteo.

4,1-11

Dopo il suo battesimo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.

 

Dai Discorsi di san Leone Magno.

Sermo XXXIX, 2-5, De Quadragesima I. PL 54,264-266.

 

     Durante la quaresima, miei cari, è preciso dovere emendare tutti gli atti passati di negligenza e cancellare tutte le mancanze. Ben lo sanno le potenze del male, che proprio a questo fine indirizzano tutta la loro forza e malvagità. Esse vogliono far sì che quanti si accingono a celebrare la santa Pasqua del Signore contraggano una qualche impurità e trovino un'occasione di colpa proprio là donde avrebbero dovuto attingere il perdono.

     Il periodo della quaresima, o miei cari, significa perciò maggiore diligenza nel servizio del Signore, perché iniziamo, per così dire, una gara di opere sante: dobbiamo prepararci alla lotta contro le tentazioni e comprendere che quanto più attivi saremo per la nostra salvezza, tanto più violenti saranno gli attacchi dell'avversario. Ma colui che è in noi è più forte di colui che è contro di noi; il nostro vigore è in lui, nel confidare nella sua forza.

     Per questo il Signore ha voluto subire l'attacco del tentatore: per istruirci con il suo esempio e insieme difenderci con il suo aiuto.

 

10

 

     Nel vangelo odierno il Signore vinse l'avversario con le testimonianze della legge, senza far uso della sua potenza. In tal modo intese onorare di più l'uomo e punire di più l'avversario; infatti il nemico del genere umano fu vinto da lui, si direbbe, non già in quanto Dio, ma in quanto uomo. Egli dunque combatté in quella circostanza, perché poi anche noi combattessimo; e vinse, perché anche noi come lui potessimo vincere.

     Non esiste, miei cari, azione virtuosa senza il vaglio delle tentazioni, non c'è fede senza le sue prove, né combattimento senza nemico o vittoria senza scontro.

     La nostra vita si svolge in mezzo ad agguati e battaglie; se non vogliamo essere sorpresi, dobbiamo stare all'erta, e se vogliamo vincere, dobbiamo combattere. Per questo Salomone, l'uomo più sapiente, dichiara: Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Quell'uomo, ricco della sapienza di Dio, conosceva bene che la religiosità autentica comporta il travaglio della lotta e in previsione dei pericoli della battaglia volle preavvertirne il combattente. Così intendeva evitare che il tentatore, assalendo qualcuno all'oscuro del pericolo, lo ferisse rapidamente perché appunto impreparato.

 

11

 

     Istruiti dall'insegnamento divino, noi scendiamo in campo con cognizione di causa per questa lotta. Ascoltiamo l'Apostolo che ci dice: La nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.

     E teniamo presente che questi nostri nemici comprendono bene che è rivolto contro di loro quanto noi cerchiamo di fare per la nostra salvezza: perciò il fatto stesso che desideriamo qualcosa di buono è tale da provocare i nostri avversari. Tra noi ed essi, a causa dello stimolo dell'invidia demoniaca, esiste un'opposizione di vecchia data, tale che, essendo essi decaduti da quei beni a cui per grazia di Dio siamo elevati, trovano il loro tormento nella nostra giustificazione. Quando noi ci rialziamo, essi crollano; quando noi riprendiamo vigore, essi lo perdono. In breve, quelli che sono rimedi per noi sono colpi per loro, perché il trattamento stesso delle nostre ferite li ferisce.

     State dunque ben fermi, - ci esorta l'Apostolo - cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche lelmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.

 

12

 

     Vedete di quali armi potenti, di quali difese insuperabili ci ha fornito il nostro capo così glorioso e ricco di trionfi, l’invitto comandante supremo della milizia cristiana! Egli ha cinto i nostri fianchi con la cintura della castità, ha calzato i nostri piedi con i vincoli della pace, perché un soldato il cui fianco è scoperto è rapidamente sopraffatto dal provocatore dell'impurità; il soldato privo di calzatura subisce facilmente i morsi del serpente.

     Egli ci ha dato lo scudo della fede per la protezione dell'intera persona, ha posto sulla nostra testa l'elmo della salvezza, ci ha messo in mano la spada, cioè la parola della verità. In tal modo colui che combatte in campo spirituale non solo è ben protetto contro le ferite, ma è in grado di ferire l’avversario.

     Facciamo affidamento, miei cari, su queste armi, iniziamo con animo pronto e intrepido la battaglia che a noi viene proposta; in questo stadio, quale è appunto il periodo del digiuno, non dobbiamo pensare di essere a posto con la sola pratica dell'astinenza dai cibi. Sarebbe troppo poco ridurre il nutrimento del corpo senza alimentare e rinvigorire l'anima.

     Bisogna invece, mentre si mortifica un poco l'uomo esteriore, rimettere in forze l'uomo interiore; mentre si elimina dalla carne la sazietà materiale, irrobustiamo la mente con cibo spirituale e squisito. Ogni cristiano deve oggi guardarsi attorno e scrutare in fondo al suo cuore con diligenza e severità.


 

Letture della preghiera notturna dei certosini

[Anno A] [Anno C]

 

Anno C

Prima Domenica di Quaresima

 

 9

 

Dal vangelo secondo Matteo.

4,1-11

 

Dopo il suo battesimo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.

 

Dai Trattati di sant'Agostino sulla prima lettera di Giovanni.

In Epist.Io ad Parthos,II,14.

PL 35,1996-1997.

 

Ecco le sole tre passioni che agitano la bramosia umana: la concupiscenza della carne, la cupidigia degli occhi e l'orgoglio dell'ambizione terrena. Non ci sono altre fonti di tentazione. Il Signore stesso fu tentato dal diavolo su questo triplice aspetto.

Il tentatore comincia col mettere alla prova in Gesù la concupiscenza della carne. Infatti, dopo che il Signore ebbe digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Satana allora gli insinuò: Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane. In che modo Gesù respinge il tentatore? A noi, i suoi soldati, come insegna a combattere? Fa' attenzione alla sua risposta: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Il Signore è tentato anche nella bramosia degli occhi, che desiderano vedere un miracolo. Il demonio dice a Gesù: Gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede. Ma Cristo si oppone al tentatore. Se avesse fatto quel miracolo, sarebbe parso che avesse ceduto alla tentazione o si fosse lasciato trascinare dalla curiosità. Invece Gesù fece i miracoli solo quando volle agire come Dio allo scopo di curare gli infermi.

 

10

 

Se Cristo avesse operato un miracolo per istigazione del demonio, si sarebbe potuto credere che voleva ostentare la sua onnipotenza. Ma per stornarci da una simile idea e offrirci un modello da seguire in caso analogo, sta' a sentire quel che risponde al demonio. Sta scritto: Non tentare il Signore Dio tuo. Come se dicesse: Se ti obbedissi, tenterei Dio.

Questa risposta di Cristo sia anche la tua. Quando il nemico ti suggerisce: Che uomo, che cristiano sei? Finora hai compiuto almeno un miracolo? Dove sono i morti risuscitati dalle tue preghiere? Quanti sono i divorati dalla febbre che hai guarito? Se tu valessi qualcosa, faresti prodigi , allora tu rispondi: Sta scritto:Non tentare il Signore Dio tuo.

Non voglio mettere Dio alla prova, pretendendo dimostrare che gli appartengo o non appartengo secondo che faccia o no, un miracolo.

 

11

 

In che modo il Signore fu assalito dall'orgoglio dell'ambizione terrena? Essa avvenne quando il diavolo lo condusse sopra un monte altissimo e gli disse: Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai.

Lo spirito tenebroso istigò nel Re dei secoli l'orgoglio di possedere un regno terreno. Ma il Signore che crea il cielo e la terra, calpesta sotto i piedi tale tentazione. Vincere il demonio è un gioco per il Signore. Tuttavia, gli risponde per insegnarci a rimbeccarlo a nostra volta: Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto.

Seguite queste parole e non sarete dominati dall'orgoglio dell'ambizione né dalla voluttà degli occhi, né dalla concupiscenza della carne. Vi aggancerete alla carità e saprete amare Dio. Se invece ci sarà in voi l'amore del mondo, non potrà esservi l'amore di Dio.

 

12

 

Radicatevi nell'amore di Dio. Dio è eterno. Aderendo a lui, resterete in eterno. Ciascuno è ciò che ama. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Dovrei concludere: Sarai Dio, ma non oso dirlo io, e perciò ascoltiamo la Scrittura: Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo".(Sal 81,6)

Se dunque volete essere dei e figli dell'Altissimo, non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! (1 Gv 2,15-17)

 

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