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Letture della preghiera notturna dei certosini

Anno A

Tempo di Avvento

Quarta Domenica

9

Dal vangelo secondo Luca. 

                            

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.

 

Dal "Tempio dell'anima" attribuito a suor Reynalda van Eymeren.

Cap.10. Ed. critica a cura di A.Ampe, Anversa, 1968.

 

Ecco come si annuncia il tempo del rinnovamento:

l'anima comincia a desiderare con tutto il cuore

l'avvento dello Sposo.

Lui la consola in svariate maniere,

tramite i suo santi profeti, dicendole:

O Gerusalemme, o anima devota,

            vicina è la tua salvezza.

            Perché ti prendono i dolori come di partoriente?

            Non temere, perché io sono con te per salvarti.

O anima desiderata,

come potresti non lasciarti afferrare

dalla brama del tuo cuore

verso colui che ti attira in mille modi

e ti supplica di essere totalmente sua?

Tutti gli araldi che ti manda per annunziare

la nascita fisica del tuo Diletto,

li manda altresì per attirarti a sé.

Egli nacque una volta nel corpo

appunto per nascere senza posa in te

secondo lo Spirito.

Adesso ogni anima si sente rivolgere

personalmente questo messaggio:

Per amore di Sion non mi terrò in silenzio,

per amore di Gerusalemme non mi darò pace,

finché non sorga come stella la sua giustizia

e la sua salvezza non risplenda come lampada.

Allora ti si chiamerà con un nome nuovo.

Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,

un diadema regale nella palma del tuo Dio.

Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,

la tua terra sarà più detta Devastata,

ma tu sarai chiamata Mio compiacimento

e la tua terra, Sposata,

perché il Signore si compiacerà di te

 

10

 

Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,

egli ti preparerà la strada.

Voce di uno che grida nel deserto:

preparate la strada del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri.

Questo messaggero è il dono

della grazia luminosa e preveniente

che prepara e apre

il cammino di Dio nell'anima,

sgombra tutto ciò che intralcerebbe

la venuta del nostro grande Dio e Signore

e nello stesso tempo procura all’anima

quanto può disporla per questo amabile incontro.

Che cosa possiamo fare da noi?

Che cosa abbiamo che non sia stato ricevuto

in dono da lui?

Ma come sono belli i piedi del messaggero

cioè i raggi della verità divina

che annunziano all'anima la pace

e tutti gli altri beni,

rendendo più ardente l'amore

e il desiderio dello Sposo!

Nella sua sete

la sposa grida dal fondo del cuore,

là dove Dio regna rendendola beata:

Tu, assiso sui cherubini rifulgi,

risveglia la tua potenza

e vieni in nostro soccorso.

Signore, irrompi

nel cielo della mia anima tenebrosa,

illuminami sensi e facoltà

che giacciono nell'ombra della morte.

Signore, piega il tuo cielo e scendi.

Fammi umile davanti a te.

 

11

 

            Stillate, cieli, dallalto.

O Trinità santissima,

che ti sei unita alla mia anima,

manda la rugiada della tua misericordia

e feconda il mio cuore inaridito.

Il Signore dice attraverso il profeta Osea:

Sarò come rugiada per Israele;

esso fiorirà come un giglio.

Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,

coltiveranno le vigne.

            Le nubi facciano piovere la giustizia.

O tu, nube splendente del cuore paterno,

irrora tutto l'intimo mio

con la pioggia feconda della tua soavità.

Spandi in me il tuo seme, che rende giusti.

Si apra la terra del mio cuore e germogli la giustizia.

Vieni,  Signore dell'universo,

manda i raggi della tua luce

e rinnova la dimora terrena invasa dai tuoi nemici,

dove ogni virtù è bandita.

Vieni a risplendere nella mia mente;

vieni a porre il tuo seggio nella mia anima,

a fissare la tua tenda nel mio corpo,

in nome della gioia, misteriosamente in te celata,

mentre la tua anima era triste

e il tuo corpo straziato.

Poiché sei tu a restaurare l'universo,

fatti una bella dimora in me,

adorna il tuo tempio come si addice al re.

Sì, nobilita il mio spirito,

che è impronta della tua immagine;

rendi bella la mia anima, tuo regno e tuo trono;

purificami il corpo, opera delle tue mani.

Vieni, dunque, e porta con te ogni bene,

come si addice a un grande Signore.

Non sei forse il re degli angeli

e il Signore dei signori?

Chi potrebbe prepararsi degnamente alla tua venuta

e saperti ricevere come conviene?

 

12

 

Anima mia, tu non puoi ricevere

un signore più rispettabile, più nobile,

più amabile del re degli angeli.

In lui troverai tutto quello che è vero, nobile, giusto,

puro, amabile, onorato, quello che è virtù.

Per te, Signore della vita,

non può esserci altra sposa

che l'anima in cui hai impresso la tua immagine

unendola alla luce della tua verità.

Tu hai sigillato sui nostri volti

una somiglianza fraterna,

quando hai fissato la luce dei tuoi occhi su di noi.

No, davvero, non puoi più abbandonarci.

O Signore, puoi privarmi di tutti i tuoi doni

ma non puoi lasciarmi, perché sei la mia vita.

Non hai forse creato la mia anima

per generarvi il tuo Verbo eterno?

Per questo ti prego:

rendila atta alla tua nobile nascita.

Quanto grande è l'intimità tra Dio e l'anima,

eppure che differenza!

Ecco: lanciando a Dio

e ricevendo da lui tali frecce d'amore,

tramite tali esercizi e devozioni,

preparativi per le prossime nozze,

i nostri sensi e facoltà spirituali

si aprono, si dilatano

fino a poter accogliere l'ospite divino.

Nel regno dell'anima

si celebra allora lo sposalizio

in tripudio di grazie e di doni.

Per chi seppe così prepararsi,

aperta è la porta:

subito lo Sposo li introduce

nella gioia del cielo.

Li trasforma in sé,

li intride di profumo nuziale,

perché la festa in loro sia senza fine.

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