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Letture della preghiera notturna dei certosini |
TEMP0 DI AVVENT0
Anno A
PRIMA SETTIMANA Attesa del ritorno glorioso di Cristo
Tra l'avvento di Cristo nell’incarnazione e alla fine dei tempi (2), c'è la venuta attuale e nascosta del Salvatore nel fondo del nostro essere per ristorarci (4.3), purché custodiamo la sua parola (3) e ci nutriamo dei suoi doni nel deserto di questa vita (1). Capiterà allora talvolta che l'anima sperimenti la sublimità di questa venuta nascosta (4). Infatti nonostante la nostra povertà, non c'è mai da disperare della bontà di Dio (5), perché egli è sceso in terra per abitare con noi (6).
1 Lunedì
Dalle Omelie di san Beda il Venerabile. Homilia 1,16. CCL 122,117‑118.
Secondo quanto ci è stato promesso, attraverso gli affanni della vita presente, come nell'aridità del deserto, noi aspettiamo di entrare nella patria celeste. Ma nel cammino verso di essa, correremmo il rischio di venir meno per la sete e la fame spirituale, se i doni del nostro Salvatore non ci fortificassero e se non ci rinnovassero i sacramenti della sua incarnazione. Proprio lui è la manna che ci ristora, perché non veniamo meno nel cammino di questa vita; lui stesso è la roccia che ci inebria con i doni spirituali: venne percossa col legno della croce e sgorgò per noi dal suo costato la bevanda di vita. Cristo infatti dice nel vangelo: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Fratelli carissimi, facciamo in modo di aderire sempre alla solidità di questa rupe, perché la fermezza della nostra fede non venga scossa dallo sgomento per le contrarietà delle cose che passano, né dall'allettamento delle dolcezze. Al presente, trascuriamo le delizie temporali, perché ci attirino solo i doni celesti del nostro Redentore; fra le avversità di questa vita ci consoli unicamente la speranza della sua visione. E per meritare di giungere a questa visione, preoccupiamoci dì escludere dalla mente e dal corpo gli ostacoli che sono soliti impedircela; solo infatti camminando nella rettitudine arriveremo alla meta, perché solo i puri di cuore vedranno il volto purissimo di Dio.
2 Martedì
Dalle Catechesi di san Cirillo di Gerusalemme. Catechesis XV,1‑3. PG 33,869.872.
Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima ebbe il sigillo della sofferenza, l'altra porterà una corona di regalità divina. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l'altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi. Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti. Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell'altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria. Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: [Benedetto colui che viene nel nome del Signore], la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme con gli angeli e adorandolo canteremo: [Benedetto colui che viene nel nome del Signore]. Questa è la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra del Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine. Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell'ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo e la nascita di un mondo nuovo.
3 Mercoledì
Dai Discorsi di san Bernardo. De Adventu Domini, sermo V,1‑3. PL 183,50-51.
Conosciamo una triplice venuta del Signore: nella prima egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell'ultima verrà nella maestà della gloria. Questa venuta intermedia è la via attraverso la quale giungiamo dalla prima all'ultima: nella prima venuta Cristo fu nostra redenzione, nell'ultima si manifesterà come nostra vita, in questa e nostro riposo e nostra consolazione. Ma perché ad alcuno non sembrino forse cose inventate quelle che stiamo dicendo di questa venuta intermedia, ascoltate ciò che dice Gesù stesso: Se uno mi ama conserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Ma che cosa significa: "Se uno mi ama conserverà la mia parola"?, Ho letto infatti altrove: Chi teme Dio, opererà il bene. Ma di chi ama è detto qualcosa di più: che conserverà la parola di Dio. Poiché sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodiscila in modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi affetti e nei tuoi costumi. Nutriti di questo bene e la tua anima ne trarrà delizia e forza. Non dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il tuo cuore non diventi arido e la tua anima sia ben nutrita del cibo sostanzioso. Se conserverai così la parola di Dio, non c'è dubbio che tu pure sarai conservato da essa. Verrà a te il Figlio con il Padre, verrà il grande Profeta che rinnoverà Gerusalemme e farà nuove tutte le cose.
4 Giovedì
Dai Discorsi di Guerrico d'Igny. Sermo II de Adventu Domini, 2‑4. SC 166,108‑114.
Noi aspettiamo il giorno anniversario della nascita di Cristo e, secondo la promessa del Signore, lo vedremo presto. La Scrittura sembra esigere da noi un gaudio tale, che anche il nostro spirito, elevandosi sopra di sé, brami di andare incontro in qualche modo a Cristo che viene, si protenda col desiderio e, non sopportando indugi, si sforzi di vedere già l'evento promesso. Penso che l'esortazione di tanti passi della Scrittura ad andargli incontro si riferisca non solo alla sua seconda venuta, ma anche alla prima. In che modo? Come alla sua seconda venuta gli andremo incontro esultanti, anche con i passi del corpo, alla prima dobbiamo andargli incontro con l'amore e l'esultanza del cuore. In questo tempo che intercorre fra la prima e l'ultima venuta, tempo che ci rende conformi alla prima ci prepara all'ultima, tale visita del Signore in ogni anima è frequente, secondo il merito e l'amore. Egli viene ora in noi per non rendere vana per noi la sua prima venuta, e per non tornare adirato contro di noi nella seconda. Con queste visite, tende a riformare la nostra mentalità superba per renderla conforme alla sua umiltà, che ci dimostrò venendo la prima volta; e lo fa per poi trasfigurare il nostro misero corpo e conformarlo al suo corpo glorioso, che ci manifesterà al suo ritorno. Questo avvento spirituale, situato fra le due venute di Cristo, partecipa dell'una e dell'altra non solo per il tempo in cui si verifica ma per intrinseca natura. La prima venuta fu umile e nascosta, l'ultima sarà magnifica e manifesta a tutti. La venuta spirituale di cui parliamo è nascosta ma anche magnifica. Nascosta, non perché sia ignorata da colui che il Signore visita, ma perché avviene nel fondo del suo essere. Cristo giunge senza essere veduto e si allontana senza che ce ne accorgiamo. Quando poi è presente, è l'unica luce dell'anima, luce in cui l'invisibile appare e l'inconoscibile si lascia intuire. D'altra parte, questa venuta spirituale, sebbene nascosta, e magnifica e immerge chi la contempla nello stupore dolcissimo dell'adorazione. Allora dal più profondo dell'uomo prorompe questo grido: Chi è come te, Signore ? Lo sa bene chi ne ha fatto l'esperienza. E piaccia a Dio che quelli che non l'hanno fatta ne provino il desiderio.
5 Venerdì
Dai Tre libri a Bonose di Rabano Mauro. De videndo Deum, de puritate cordis et modo poenitentiae Lib. III,4. PL 112,1306‑1307.
Non devi mancare di fiducia in Dio né disperare della sua misericordia; non voglio che tu dubiti o disperi di poter migliorare. Anche se il demonio avesse potuto precipitarti dalle altezze della virtù fin nell'abisso del male, Dio potrà richiamarti verso la vetta del bene, e non solo ricondurti allo stato in cui ti trovavi prima della caduta, ma renderti più felice di prima. Occorre però che i nostri occhi rimangano rivolti al Signore nostro Dio perché abbia pietà di noi, e non dobbiamo cessare di supplicarlo finché avremo ottenuto il perdono dei nostri peccati. È proprio dell'anima perseverante e tenace non allentare mai la costanza nella preghiera, quasi disperasse d'essere esaudita; invece deve insistere instancabilmente in questa supplica, finché Dio le usi misericordia. Qualora ti accada di pensare che offendi ancor più il Signore persistendo a importunarlo con le tue preghiere, mentre non meriti di essere esaudito, ricorda la parabola del Vangelo. Scoprirai che coloro che pregano Dio con perseveranza importuna non gli sono sgraditi, perché di colui che infastidiva l'amico per farsi prestare tre pani sta scritto: Se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
6 Sabato
Dal Commento al Cantico dei Cantici di Gíovanni di Forda. Super extremam partem Cantici Canticorw, sermo XIII,6. CC Med. , XV I I , 121. 122.
Ascolta, Chiesa di Dio, ascolta e tendi l'orecchio, perché il discorso è rivolto a te e tu sola hai orecchio per intendere. Dio ti ha amato dall'eternità; anche tu ama per l'eternità. L'amore di Dio non ha avuto principio, il tuo non abbia fine. In verità, il Padre dal cuore buono e dall'amore infinito, ha proferito il suo Verbo di bontà; e l'invio del suo Unigenito è una manifestazione inoppugnabile del suo grande amore. Ma come pensi che lo abbia mandato? Lo ha inviato per donarlo, e con lui ogni sua cosa. Lo ha donato in modo tale da metterlo a disposizione nostra, non risparmiando il suo Unigenito. Ma osserva con più acutezza, o amata da Dio, il prezzo, il valore, e, come ho detto, la solidità e il fulgore di quell'amore beato. Confronta, in questa realtà, il tuo amore con quello di Dio. Il tuo amore ha valore in quanto, per acquistare l'amore divino, hai disprezzato ogni cosa e persino la tua anima. Ma il valore della carità di Dio sta nel fatto che egli, abbandonando i suoi amici celesti, suoi vicini che sono lassù, è sceso da te per essere assimilato a te, per cercarti e abitare con te.
TEMP0 DI AVVENT0
Anno C
PRIMA
SETTIMANA
Prendiamo
l'olio per la nostra lampada.. cioè la grazia dello Spirito Santo (1),
per essere come senza posa in procinto di comparire davanti al Signore. (2)
Se
tu lo ami e conserverai la sua parola, egli verrà a te (3);
infatti Cristo viene continuamente in noi (4).
Non c'è perciò mai da disperare della bontà di Dio: (5)
egli è sceso in terra per essere e dimorare con noi (6).
1
Lunedì
Dalle
"Omelie" attribuite a san Macario.
Hom.IV,6.
PGL19,1182s.
Le
cinque vergini rimasero sobrie, perché erano le sagge e si affrettarono a
procurarsi ciò che era estraneo alla loro natura, prendendo l'olio nei
vasi del loro cuore, cioè la grazia dello Spirito che scende dall'alto;
così riuscirono ad entrare insieme con lo Sposo nel talamo celeste. Le
altre, invece, le stolte, che erano rimaste nella propria natura, non
furono sobrie e non si preoccuparono di prendere l'olio di esultanza nei
loro vasi mentre erano ancora nella carne; per così dire, caddero
addormentate per trascuratezza, vanità, indolenza, ignoranza, o anche per
presunzione di giustizia. Per questo furono chiuse fuori dal talamo del
Regno, non essendo state capaci di piacere allo Sposo celeste: trattenute
fuori dal legame del mondo e da qualche affetto terreno, non offrirono
allo Sposo celeste tutta la loro carità e il loro amore e non si
procurarono l'olio. Le anime
che ricercano quel che è estraneo alla natura, cioè la santificazione
dello Spirito, legano tutta la loro carità al Signore, e in lui
camminano, pregano, pensano, rifiutando ogni altra cosa; per questo sono
considerate degne di ricevere l'olio della grazia celeste, e possono
attraversare il mondo senza cadere, piacendo perfettamente allo Sposo.
Invece chi rimane nella propria natura mortale, col pensiero striscia per
terra, fa calcoli sulla terra, mentre la sua mente vive sulla terra. In
apparenza pensa di essere dello Sposo e adorno della giustificazione; non
è rinato dall'alto, dallo Spirito, perché non ha ricevuto l'olio di
esultanza.
2
Martedì
Dalle
"Massime" dell'abate Isaia anacoreta.
Logos 8,11.12 Solesmes,pp.252-253.
Veglia
sopra di te con cura attenta certo che nostro Signore è morto e risorto
per noi e ci ha riscattati con il suo sangue prezioso, perché anche tu
non viva più per te stesso, ma per Colui che è morto e risorto per noi.
Credi fermamente che sei sempre dinanzi ai suoi occhi; egli scruta il tuo
cuore e sta sempre davanti a te. Nella tua coscienza sii sempre come se tu
fossi già morto e uscito da questo mondo, in procinto di comparire
continuamente davanti al Signore. Veglia
su di te con cura vigile e stando alla presenza di Dio non fare nulla,
nemmeno il più piccolo atto, fuori della sua volontà. Ma qualunque cosa
tu compia, - parlare, andare da qualcuno, mangiare, bere, dormire -
esamina anzitutto se si tratta di un'azione secondo Dio. Allora potrai
lodarlo mentre la compi. In caso contrario, astienti dal farla. Così
agirai sempre come si conviene davanti a Dio, e lo loderai con tutte le
tue azioni, i tuoi pensieri, per essere presso di lui in gran vicinanza e
intima sicurezza. Qualunque poi sia l'opera che compi, non farla come se
ti spettasse un salario, ma con grande umiltà; réputati un servo inutile
che deve molto e fa poco. L'occhio della tua mente sia fisso in ogni tempo
su quello che non compi dei precetti divini: gemi, affliggiti senza posa e
supplica Dio di perdonarti i peccati, a motivo della sua grande
compassione e del suo amore per noi uomini.
3
Mercoledi
Dai
“Discorsi” di san Bernardo.
serm.V in adv,1-3.PL183,50.
Nella
prima venuta, il Signore venne nella debolezza della carne, in questa
intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell'ultima verrà nella
maestà della gloria. Quindi
questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima
all'ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell'ultima si
manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra
consolazione. Ma perché ad alcuno non sembrino per caso cose inventate
quelle che stiamo dicendo di questa venuta intermedia, ascoltate lui. Se
uno mi ama conserverà la mia parola; e il Padre mio lo amerà e noi
verremo a lui. (Gv 14,23) Ma che cosa significa: Se uno mi
ama, conserverà la mia parola? Ho letto infatti altrove: Chi teme
Dio, opererà il bene (Sir 15,1) ma di chi ama è detto qualcosa di più:
che conserverà la parola di Dio. Poiché
sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodiscila in
modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi
affetti e nei tuoi costumi. Nutriti di questo bene e ne trarrà delizia e
forza la tua anima. Non dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il
tuo cuore non diventi arido e la tua anima sia ben nutrita del cibo
sostanzioso. Se conserverai
così la parola di Dio, non c'è dubbio che tu pure sarai conservato da
essa. Verrà a te il Figlio con il Padre, verrà il grande Profeta che
rinnoverà Gerusalemme e farà nuove tutte le cose.
4
Giovedì
Dai
“Discorsi" di Guerríco d'Igny. serm.2 in Adv.2-4. PL 185, 15-17.
Noi
aspettiamo il giorno anniversario della nascita di Cristo e, secondo la
promessa del Signore, lo vedremo presto. La Scrittura sembra esigere da
noi una gioia immensa: il nostro spirito, innalzandosi sopra sé stesso,
dovrebbe come slanciarsi pazzo di gioia, incontro a Cristo che viene,
tutto teso in avanti con ardore impaziente, nel desiderio di contemplare
il futuro. In verità,
secondo il merito e il fervore di ciascuno, c'è una venuta frequente del
Signore che, nel tempo intermedio tra il primo e l'ultimo avvento, ci
conforma all'uno e ci prepara all'altro. Il Signore viene adesso a
visitarci perché la sua prima venuta non sia inutile per noi , e l'ultima
non ci porti una sentenza di condanna. Con il suo avvento attuale,
infatti, egli cerca di correggere la nostra superbia, rendendoci conformi
alla sua umiltà, così come la manifestò nella sua prima venuta e allora
potrà trasformare il nostro misero corpo rendendolo conforme al suo corpo
glorioso. Questo avvento
spirituale, situato tra le due venute di Cristo, partecipa dell'una e
dell'altra non solo per il tempo in cui si verifica ma per intrinseca
natura. La prima venuta fu umile e nascosta, l'ultima sarà magnifica e
manifesta a tutti. La venuta di cui parliamo è nascosta ma anche
magnifica. Nascosta, non perché sia ignorata da colui che è visitato, ma
perché avviene nel fondo del suo essere; Cristo giunge senza essere visto
e si allontana senza che ce ne accorgiamo. Quando poi è presente è
l'unica luce dell'anima, luce in cui l’invisibile appare e
l'inconoscibile si lascia intuire. D'altra parte questa venuta, sebbene
nascosta, è magnifica e getta chi contempla nello stupore dolcissimo
dell'adorazione. Allora dal più profondo dell'uomo prorompe questo grido:
Signore, chi è simile a te? (Sal 34,10). Lo sa bene chi ne ha
fatto l'esperienza, e piaccia a Dio che quelli che non l'hanno fatta ne
provino il desiderio.
5 Venerdì
Dai
"Tre libri a Bonose" di Rabano Mauro. Lib. III, 4 PL 112,1306-7.
Non
devi mancare di fiducia in Dio né disperare della sua misericordia; non
voglio che tu dubiti o disperi di poter migliorare; perché anche se il
demonio avesse potuto precipitarti dalle altezze della virtù fin
nell'abisso del male, Dio potrà richiamarti verso la vetta del bene, e
non solo ricondurti allo stato in cui ti trovavi prima della caduta, ma
renderti più felice di prima.
I
nostri occhi devono però rimanere rivolti al Signore nostro Dio perché
abbia pietà di noi e non dobbiamo cessare di supplicarlo fin che avremo
ottenuto il perdono dei nostri peccati.
E'
proprio dell'anima costante e tenace, infatti, non deviare mai dalla
perseveranza nella preghiera disperando di essere esaudita, ma insistere
instancabilmente in questa preghiera finché Dio le usi misericordia.
Se
ti accade di pensare che offendi ancor più il Signore continuando ad
importunarlo con le tue preghiere, mentre non meriti di essere esaudito,
ricordati la parabola del Vangelo: scoprirai che coloro che pregano Dio
con una perseveranza importuna non gli sono sgraditi, perché è detto: Se
anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene
quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza (Lc 11,8).
6
Sabato
Dal
"Commento al Cantico dei cantici" di Giovanni di Ford.
sermo
XIII, 6. CC Med. 17,129.
Ascolta,
Chiesa di Dio, ascolta e tendi l'orecchio, perché il discorso è rivolto
a te e tu sola hai orecchio per intendere. Dio ti ha amato dall'eternità;
anche tu ama per l'eternità. L'amore di Dio non ha avuto principio, il
tuo non abbia fine. In verità, il Padre dal cuore buono e dall'amore
infinito ha proferito il suo Verbo di bontà; e l'invio del suo Unigenito
è una manifestazione inoppugnabile del suo grande amore. Ma come pensi
che lo abbia mandato? Lo ha inviato per donarlo, lo ha donato in modo tale
da metterlo a disposizione nostra, non risparmiando il suo unico Figlio.
Ma osserva con più acutezza, o amata da Dio, il prezzo, il valore, e,
come ho detto sopra, la totalità e la trascendenza di quell'amore.
Confronta, in questa realtà, il tuo amore con quello di Dio. Il tuo amore
ha valore in quanto, per acquistare l'amore divino, hai disprezzato ogni
cosa e persino la tua anima. Ma il valore della carità di Dio sta nel
fatto che egli, abbandonando i suoi amici celesti, suoi vicini che sono
lassù, è sceso da te per essere assimilato a te, per cercarti e abitare
con te.
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