Giovanni Paolo II

Lettera al Priore della Certosa di Serra San Bruno

 

 

 

Al Reverendissimo Padre

Dom Gabriele Maria Lorenzi

Priore della Certosa di Serra San Bruno

 

l. Con animo riconoscente al Signore per i continui doni di grazia ad essa elargiti, la Comunità Religiosa di Serra San Bruno desidera ricordare quest'anno il IX centenario della propria Certosa, fondata agli inizi del mese di giugno del 1091.

Come è noto, san Bruno, chiamato a Roma dal mio Predecessore Urbano II, per averlo accanto a sé come consigliere ed amico; supplicò quel Pontefice di poter ritornare nella solitudine del monastero, per riprendere la vita contemplativa ed eremitica, alla quale il Signore insistentemente lo chiamava.

Secondo la tradizione, fu appunto Papa Urbano II che volle donare a san Bruno la zona solitaria e suggestiva di Santa Maria della Torre, in cui sorse la storica Certosa, e riposano tuttora le venerate spoglie mortali del santo.

«Solo quelli che ne hanno fatto l'esperienza - scriveva il santo proprio da codesto luogo, dopo averne esaltato la bellezza - sanno quale utilità e gioia divina donano la solitudine e il silenzio dell'eremo a quelli che li amano...Qui si acquista quello sguardo pieno di serenità che ferisce d'amore lo Sposo celeste, quell'occhio puro e luminoso che vede Dio... Qui Dio dona ai suoi atleti, per la fatica del combattimento, la ricompensa desiderata: la pace che il mondo non conosce e la gioia nello Spirito».

San Bruno, sottratto alla prima fondazione di Chartreuse, trovò costì, nel contesto meraviglioso del paesaggio che circonda la Certosa, le condizioni ideali per la vita contemplativa tanto desiderata: il silenzio, la solitudine, la possibilità di dedicarsi esclusivamente all'orazione.

2. In questa ricorrenza, mi è gradito unirmi alla Comunità di Serra San Bruno ed a tutte le Chiese della Calabria per rendere grazie al Signore del dono fatto a codesta terra e, in particolare, della viva e fedele testimonianza che l'Ordine certosino continua ad offrire ai fedeli. I valori della contemplazione, infatti, toccano l'intima vita della Chiesa, la quale con tutti i contemplativi condivide la vocazione della totale dedizione a Dio nell'orazione, nel servizio liturgico e nella meditazione delle verità eterne.

Annunciando il Regno di Dio, la Chiesa attua la conversione dei cuori ed estende nel tempo l'opera di Cristo. Essa compie così il suo pellegrinaggio su questa terra, e, come esule, cerca e pensa fin d'ora alle cose di lassù, dove Cristo siede alla destra di Dio. A tutti coloro che si dedicano senza sosta e senza esitazione alla preghiera, disposti a camminare in piena libertà di spirito per le vie della fede, la Chiesa ha da sempre dimostrato un amore di predilezione.

3. Da parte mia, desidero che si comprenda sempre più quanto sia essenziale ed insostituibile la vita contemplativa ed eremitica, espressione e segno vivo della carità perfetta. I monaci della Certosa ricordano ai cristiani di ogni condizione che fissare il proprio sguardo amoroso su Dio, nella quiete del raccoglimento spirituale, è sorgente di vera speranza.

Tale aspirazione, sempre presente nella coscienza del contemplativo e dell'eremita, appartiene all'intera Chiesa, quale sposa di Cristo, a lui associata con un patto indissolubile d'amore. Per questo essa è consapevole di vivere nei suoi monaci l'esperienza dell'amore infinito di Dio e di Cristo e di testimoniare con loro, nello stesso tempo, il suo ardente desiderio di essere con Cristo e di entrare con lui nel banchetto della vita eterna (cfr. Gv 3,2).

La Chiesa è consapevole altresì che il monaco eremita, quasi sepolto nel cuore di Cristo, imita ed attua ancor oggi la preghiera di Gesù, allorché, congedate le folle, saliva solo sul monte a pregare e stava a lungo lassù, fino a notte inoltrata (cfr. Mc 14,23).

In quella preghiera Gesù manifestava ai discepoli la sua perfetta ed ininterrotta unione con il Padre ed insegnava loro che solo partendo dalla contemplazione del Padre può trovare pieno compimento il precetto fondamentale della carità verso Dio e verso il prossimo.

4. Auspico che codesta celebrazione giubilare possa servire anche a far conoscere meglio la spiritualità certosina, la quale esige che, anche quando si è presi dalle urgenti attività pastorali ed organizzative, l'ideale contemplativo rimanga sempre in cima alle aspirazioni di chi vuole raggiungere la perfezione cristiana.

 Esorto, pertanto, i monaci di Serra San Bruno a farsi costantemente interpreti presso Dio delle peculiari necessità della Chiesa nello spirito di vera comunione. I monaci abbiano a cuore i problemi e gli impegni delle Comunità cristiane di codesta Regione, specialmente l'urgenza della formazione dei giovani ad una visione veramente cristiana della vita. Si chieda insistentemente a Dio che le nuove generazioni non siano indotte nella tentazione della violenza e non siano asservite a strutture di peccato; ma ispirino i loro ideali a quello evangelico della solidarietà spirituale, umana e sociale, consapevoli che la giovinezza è tempo reale di grazia per la costruzione di personalità forti e coerenti.

5. Unitamente ai Venerati Vescovi delle Comunità diocesane della Calabria, chiedo ai monaci di sostenere con la preghiera i Sacerdoti in cura di anime, affinché siano confortati nelle fatiche del loro ministero ed ottengano la grazia di una instancabile generosità nella dedizione intera ed esclusiva al vero bene dei fedeli. Implorino il dono di numerose vocazioni sacerdotali e religiose, affinché non manchino pastori miti e forti, capaci di radunare il Popolo di Dio, di nutrirlo con i Sacramenti della salvezza, di illuminarlo con la parola e con la testimonianza di una vita santa e santificante.

Non manchi mai nella preghiera di codesta Comunità l'implorazione per la pace: di essa il mondo sente tanto più bisogno, quanto più sperimenta l'inclinazione alla violenza.

La Vergine Maria, Patrona dell'Ordine certosino, modello di tutti coloro che vivono nella vera contemplazione di Dio, protegga codesta Comunità di Serra San Bruno e tutte le Comunità certosine. Ad esse ed a quanti parteciperanno alle manifestazioni centenarie della fondazione della Certosa, nonché a tutte le Chiese particolari della Calabria imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, il 2 maggio dell'anno 1991.